giovedì 24 gennaio 2013

Un sorriso al giorno...

Bentornati nella mia Foresta Incantata!
Come state?
La vostra Mirial sta attraversando un periodo di stress, dovuto allo studio e alle giornate irrimediabilmente trascorse in casa. Ormai esco solo uno o due pomeriggi alla settimana, non di più, e il risultato è una tremenda, incontrollabile, insostenibile apatia. Devo preparare due esami abbastanza impegnativi, sono gli ultimi due che mi mancano prima della laurea e vi assicuro che non ne posso veramente più. In questi giorni mi sento proprio in gabbia: sono abituata ad uscire abbastanza spesso, a girovagare sui monti, ad osservare gli alberi e a respirare l'aria pulita dell'entroterra. Ultimamente invece tutto quello che vedo sono libri di studio, quaderni pieni di appunti, mura domestiche... e quando esco non posso allontanarmi dalla città per via delle cattive condizioni atmosferiche o perchè ho poco tempo a disposizione, e allora vedo solo automobili e inquinamento.
Ecco, in giorni come questi mi rendo pienamente conto delle condizioni in cui i nostri secoli di civiltà ci hanno condotti a vivere. Case su case, cemento, sporcizia, smog, frenesia, inquinamento, poco rispetto per il prossimo, indifferenza, insoddisfazione continua, malumore... il tutto genera stress.
Quando sono più abituata ad uscire non faccio caso a tutte queste cose, ma quando resto chiusa in casa per molti giorni consecutivi e quando mi rifugio nei boschi finisco per sentirmi estranea a quello che mi circonda. E allora, come sta succedendo in questi giorni, un desiderio esplode dentro di me, una voglia irrefrenabile, pronta ad uscire fuori con la potenza di un vulcano esploso dopo anni di inattività.
Voglio i boschi, le montagne, voglio vedere i caprioli in libertà e sentirmi un lupo selvaggio nella foresta. Voglio l'aria fredda che mi pizzica le narici, voglio che i miei occhi si riempiano di meraviglia e di lacrime davanti all'immensità e alla bellezza di un paesaggio. Voglio guardare i ruscelli che scorrono nel sottobosco e sentire il battito della Natura dentro di me, esattamente come facevo quest'estate. Purtroppo con la brutta stagione arrivano le piogge, e dalle mie parti in questo periodo non è saggio avventurarsi troppo nei boschi, poichè il rischio di frane è sempre dietro l'angolo, in più le montagne brulicano di cinghiali, soprattutto in questi mesi in cui l'uomo rimane lontano dalla quasi incontaminata natura. Mai come in questi mesi sto soffrendo la lontananza dai boschi e dai miei amati alberi, forse non lo comprendete fino in fondo, ma per me è una vera sofferenza: mi sento come un uccello in gabbia, che vorrebbe spiccare il volo ma non può.
Alcuni non se ne accorgono, ma la vita che siamo costretti a vivere non è naturale... l'uomo dovrebbe saper riscoprire il contatto con la natura, apprezzarne i suoi misteri, ascoltare il suo cuore che batte, che pulsa sotto i nostri piedi, sopra le nostre teste e tutto intorno a noi, e non correre come forsennati per fare delle semplici commissioni, non imbestialirsi perchè al semaforo l'automobile davanti a noi si è diementicata di ripartire allo scatto del verde, non innervosirsi per le cose inutili, non essere così egoisti e menefreghisti. Perchè è questo che siamo diventati. Non siamo più capaci di metterci nei panni altrui e lo si può notare in qualsiasi situazione di tutti i giorni, per strada, al supermercato o nella nostra vita condominiale. Ed ecco allora che per strada non facciamo passare quel poveraccio che aspetta con la freccia accesa nella speranza che qualcuno lo faccia svoltare, ed ecco che se una signora anziana stenta a salire sull'autobus o a reggersi in piedi nessuno la aiuta, ecco che se una persona fa la fila alla cassa dietro di noi e ha solo due articoli in mano mentre noi abbiamo il carrello pieno, col cavolo che la lasciamo passare! Aspetta il suo turno come tutti gli altri! Ed ecco che se suona l'allarme dell'ascensore nessuno apre la porta di casa per andare a vedere, tanto... che vuoi che sia? 
No. Non è così che dovrebbero andare le cose, non è più umano. Stiamo diventando automi, privi di sensibilità.
La mia non vuole essere una critica pessimistica nei confronti dell'umanità, badate bene: io credo molto nelle nostre capacità, nelle nostre possibilità, ma purtroppo non le sfruttiamo come dovremmo. Sono del parere che tutto questo malumore, tutto questo malcontento di cui spesso siamo inconsapevoli, possa essere risolto dalle piccole cose. Basta un sorriso a volte per cambiare una giornata, sapete? 
Il sorriso è contagioso, se una persona sorride, prima o poi sorride anche chi essa ha di fronte. Se imparassimo nel nostro piccolo a lasciar passare il povero disgraziato che aspetta da interminabili minuti che qualcuno lo faccia svoltare ad un incrocio, anche quell'automobilista, di rimando, si comporterebbe ugualmente con il prossimo nella sua stessa situazione. E così anche il cliente del supermercato e la vecchietta sull'autobus... 
Sono esempi stupidi, ma costituiscono la realtà di tutti i giorni, o almeno la mia realtà. Ed è per questo motivo che da un anno a questa parte mi sto impegnando affinchè la mia vita e le mie giornate siano piene di sorrisi e di altruismo. E' con le piccole cose che si arriva ai risultati più grandi, non credete?

2 commenti:

  1. Che magnifica riflessione, Mirial!
    La condivido al 100%; se solo non fossimo così occupati, se solo vivessimo in modo più semplice e meno tirato, sapremmo ancora sorprenderci della bellezza della natura, e saremmo più aperti e disponibili verso il prossimo.

    Detto questo, ti auguro una buona giornata, e spero che il mio commento ti porti, assieme a queste è parole, un sorriso =)

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  2. Grazie per le tue parole e per essere passato di qui =) Sì, il tuo sorriso si è trasmesso fino a me, grazie =D

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