domenica 7 ottobre 2012

Fiabe dal Mondo # 7: speciale Halloween

Buona domenica, creature del bosco!
Con immenso piacere, dopo una lunga assenza, torno a scrivere un post di questa rubrica. Oggi è la prima domenica del mese, il giorno dedicato alle fiabe qui nel mio bosco incantato.
Menestrello, il nostro abile cantastorie, ha pensato bene di presentarvi una fiaba proveniente dall'Irlanda e in onore della notte di Halloween che si avvicina, ha deciso di raccontarvi una storia riguardante questa festività.  Detto questo, lascio la parola e lui,buona lettura!

Della vigilia di Novembre non vi fidate, dame e cavalieri! La notte si anima di oscuri pensieri, Hugh d'Irlanda la tradizione ignorò e nel mondo dei morti si ritrovò. Tra risate, banchetti e astuti dispetti, Hugh d'Irlanda imparò, e or la sua storia io vi narrerò.

Tra gli abitanti delle isole si ritiene che sia un grosso errore andare in giro durante la Vigilia di Novembre, poichè in quel momento le fate svolazzano e non amano esser viste od osservate, quando tutti gli spiriti vengono a incontrare e aiutarle. Gli esseri mortali dovrebbero rimanere in casa o ne pagheranno le conseguenze, dato che in quella precisa notte dell'anno le anime dei morti esercitano il loro potere su tutto e festeggiano con le fate, danzando con esse fino al calar della luna.
Ci fu un uomo del villaggio che, una vigilia di Novembre, restò fuori fino a tardi a pescare: non pensò assolutamente alle fate finchè non vide un gran numero di luci danzanti e una folla di gente che si affrettava con cesti e borse, tutti che ridevano e cantavano e facevan festa lungo il cammino.
"Siete una bella compagnia", esclamò, "dove state andando tutti quanti?"
"Andiamo alla fiera" rispose un vecchietto con un tricorno ornato da un nastro d'oro. "Unisciti a noi Hugh King, e ti sarà offerto il cibo più squisito e le bevande più deliziose su cui si siano mai posati i tuoi occhi."
"Porta soltanto questa cesta per me", disse una donnina dai capelli rossi.
Allora Hugh prese la cesta e li seguì fino a che giunsero alla fiera, zeppa di una folla come non ne aveva mai visto sull'isola in tutta la sua vita. Ballavano e ridevano; c'erano suonatori di cornamuse, d'arpa, piccoli ciabattini che cucivano scarpe, e tutte le cose più meravigliose del mondo da mangiare e da bere, proprio come se fossero in un palazzo reale. Ma la cesta era molto pesante e Hugh desiderava posarla, così da poter andare a danzare con un'incantevole piccoletta dai lunghi capelli biondi che rideva accanto a lui.
"Bene, posa qui la cesta", disse la donna dai capelli rossi, "vedo che sei abbastanza stanco", quindi gliela prese e sollevò il coperchio: da lì uscì un vecchino, il demonietto più brutto e deforme che si potesse immaginare.
"Ah, grazie Hugh", esclamò il demonietto, "sei stato molto carino a trasportarmi con garbo, poichè sono debole di braccia. Ti pagherò per bene, mio caro amico: porgimi le mani", e il piccolo demonio vi rovesciò oro su oro, luccicanti ghinee dorate. "Ora va'" disse, "e bevi alla mia salute, divertiti e non avere paura di qualsiasi cosa vedrai o sentirai."
Così lo lasciarono tutti, tranne l'uomo col tricorno e una fascia rossa intorno alla vita.
"Aspetta qui un attimo," disse, "poichè Finvarra il re e sua moglie stanno venendo ad assistere alla fiera."
Appena pronunciò queste parole, si udì il suono di un corno e apparve una carrozza con quattro cavalli bianchi, da cui uscì un gentiluomo serio e imponente tutto vestito di nero, con una bellissima dama dal viso ricoperto da un velo d'argento. "Ecco Finvarra in persona e la regina", esclamò il vecchietto, ma High fu sul punto di morire di spavento quando Finvarra domandò: "Cosa ci fa qui quest'uomo?" Il re aggrottò le sopracciglia e lo guardò in modo talmente cupo che Hugh quasi cadde a terra per il terrore. Allora risero tutti, e risero così forte che ogni cosa sembrò scuotersi e crollare giù per le risa. Arrivarono dei danzatori e volteggiarono tutti intorno a Hugh, cercando di prendergli le mani per farlo danzare con loro. "Sai chi sono queste persone, gli uomini e le donne che ti stanno danzando intorno?" chiese il vecchio, "Guarda bene, li hai mai visti prima?" Quando Hugh li guardò, vide una ragazza che era morta l'anno prima, poi un altro e un altro ancora dei suoi amici che sapeva erano morti molto tempo prima, e vide che tutti i danzatori, uomini, donne e ragazze, erano dei morti nei loro lunghi sudari bianchi. Allora cercò di fuggire via da loro, ma non poteva perchè lo accerchiavano e danzavano e ridevano e gli afferravano le braccia, tentando di trascinarlo nella danza, mentre la loro risata sembrava perforargli il cervello e annientarlo. Infine cadde lì, davanti a loro, come si sviene dal sonno, e non si rese conto di nulla fino a che non si trovò il mattino seguente disteso all'interno dell'antico cerchio di pietre presso la radura incantata sulla collina. Tuttavia era vero che fosse stato con gli esseri fatati: nessuno poteva negarlo, poichè le sue braccia erano completamente nere per il contatto con le mani dei morti, quando avevano provato a trascinarlo nella danza. Ma non riuscì a trovare in tasca nemmeno un briciolo dell'oro rosso che il piccolo demonio gli aveva dato. Nemmeno il minimo spicciolo d'oro, era tutto sparito per sempre. Hugh ritornò tristemente a casa, poichè ora sapeva che gli spiriti si erano presi gioco di lui e lo avevano punito per aver disturbato i loro festeggiamenti  della Vigilia di Novembre, l'unica notte dell'intero anno in cui i morti possono lasciare le loro tombe e danzare alla luce della luna sulla collina, mentre i mortali dovrebbero restare in casa e non osare mai guardarli.



Fonte
Fiabe e Leggende d'Irlanda, Jane Wilde

8 commenti:

  1. Eccomi qui Mirial! Bellissimo il tuo blog complimenti!!! *_* Mi sentirò come a casa qui :) Un bacione!!

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    1. Grazie, sono proprio contenta che tu sia passata e che ti piaccia il mio piccolo grande spazio =)
      Un bacione anche a te ^^

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  2. Oh, accipicchia... non mi avventurerò mai quella sera in giro per le strade!

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    1. xD eh, in effetti, per finire come il povero Hugh...

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  3. Ciao tesoro, bellissima questa fiaba ^^
    Se ti piacciono quelle irlandesi, ti consiglio "Fiabe Irlandesi" di Yeats, è davvero ben fatto, oppure "Racconti di fate e tradizioni irlandesi" di Thomas Crofton Crocker ^^ un bacio

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    1. e se non sbaglio, Jane Wilde era la madre di Oscar Wilde ^.*

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    2. Oh no, non sbagli affatto, era proprio sua madre =D Comunque il libro di Yeats lo avevo appena aggiunto alla mia lista dei desideri =) L'altro invece non lo conoscevo, grazie per il consiglio ^^

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