martedì 30 giugno 2015

Recensione: "La Terra delle Storie. L'avvertimento dei Grimm" di Chris Colfer


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Torno sul blog con una nuova recensione. Chi mi segue e chi mi conosce sa quanto io mi sia appassionata alla saga de "La Terra delle Storie" di Chris Colfer, per cui attendevo con ansia l'uscita di questo terzo volume. Ringrazio la Rizzoli per avermelo inviato e passo subito a recensirvelo!



Autore: Chris Colfer
Editore: Rizzoli
Pagine: 569
Prezzo: 15,00 euro

Trama: Conner Bailey crede che le sue avventure nel Mondo delle Fiabe siano terminate, finché non scopre un indizio misterioso lasciato dai fratelli Grimm. Con l'aiuto della sua amica Bree e della stravagante Mamma Oca, parte in missione attraverso l'Europa per decifrare un avvertimento che risale a duecento anni fa. Frattanto sua sorella Alex si sta allenando per diventare Fata Madrina, ma esaudire i desideri altrui non è affatto semplice. Quando la minaccia incombe di nuovo sulla Terra delle Storie, Conner e Alex devono unirsi a tutti i re e le regine per salvare il Mondo delle Fiabe. Ma non c'è niente che possa preparare davvero i gemelli alla battaglia in arrivo... né al segreto che cambierà per sempre la loro vita.

Voto:
Recensione:  
Ero in trepidante attesa di questo volume della saga da più di un anno, da quando cioè ho terminato la lettura de "La Terra delle Storie. Il ritorno dell'Incantatrice". Il secondo capitolo della saga ci aveva lasciati un po' con l'amaro in bocca, con i gemelli divisi in due mondi diversi e il portale per la Terra delle Storie chiuso. Ma sarà poi chiuso davvero?
Questo terzo libro si presenta con toni molto diversi dai due precedenti: troviamo Conner e Alex cresciuti, con nuove responsabilità sulle spalle, la narrazione perde un po' della spensieratezza che aveva in origine e ci si addentra nel vivo della storia. "L'avvertimento dei Grimm" è un volume di passaggio in questa saga composta da cinque libri, lo si capisce fin dai primi capitoli, eppure questo suo essere intermedio è fondamentale per la svolta della storia e di quello che i gemelli dovranno affrontare nei romanzi futuri.
Colfer dimostra di aver pensato bene alle pedine della sua scacchiera e di saperle muovere con maestria, non lasciando niente al caso. Forse, ancora una volta, alcune mosse sono state prevedibili, tuttavia ciò non compromette il risultato finale.
E' stato bello immergersi di nuovo nella Terra delle Storie, anche se in questo volume la magia passa un po' in secondo piano, così come tutto quello che concerne le fiabe classiche. L'attenzione qui si sposta sull'evoluzione dei personaggi, facendo sentire al lettore la differenza con gli altri libri della serie.
Alex e Conner si troveranno ad affrontare le prime gioie e pene d'amore, ma questa è solo una delle cose che dovranno affrontare nel loro passaggio dall'infanzia all'età adulta. Alex dovrà dimostrare alle fate, all'Assemblea Felici e Contenti e a tutta la Terra delle Storie di essere in grado di svolgere il ruolo di Fata Madrina, il che significa che scelte difficili le si pareranno davanti. Anche Conner dimostra la sua maturità, la sua spiritosaggine si affievolisce sempre più e il suo aiuto sarà decisivo per salvare ancora una volta la Terra delle Storie.
Ritroviamo molti dei vecchi amici anche in questo volume della saga: la strampalata Mamma Oca,  l'altezzosa Cappuccetto Rosso e il ragionevole Ranocchietto saranno tra i più presenti, poi torneranno Jack e Riccioli d'Oro con le loro avventure romantiche e la sdolcinata Trollbella, ritroveremo - anche se non saranno molo presenti - la Bella Addormentata, Cenerentola, Biancaneve e Raperonzolo con i rispettivi principi Azzurri e conosceremo più da vicino la pastorella Bo Peep.
Anche in "L'avvertimento dei Grimm" le avventure non mancheranno. Questa volta la minaccia viene dal passato e spetterà a Conner sciogliere l'enigma nascosto in uno scritto dei fratelli Grimm. Ad accompagnarlo in questa scoperta sarà Bree, compagna di classe davanti alla quale il giovane non potrà fare altro che arrossire ogni volta. Il loro viaggio li porterà tra le vie di Londra, nei sotterranei segreti del Casinò di Monte Carlo e in Germania, tra le stanze del castello tedesco di Neuschwanstein. Ai gemelli poi spetterà il compito di riunire i sovrani di tutta la Terra delle Storie per combattere la minaccia che viene dal passato. A questo proposito, conosceremo finalmente anche gli Elfi, rimasti pressoché nell'ombra per i primi due volumi.
I colpi di scena non mancheranno, confluendo in un finale che indurrà il lettore a cercare altre pagine dopo la fatidica scritta "Fine del terzo libro della Terra delle Storie". Desidero ardentemente il seguito, che in America uscirà tra pochissimi giorni, il 7 luglio, tant'è che sarei quasi tentata di leggerlo in inglese pur di avere qualche risposta in più! Eppure temo ci toccherà attendere parecchi mesi prima che "La Terra delle Storie. Al di là dei regni" (così dovrebbe intitolarsi il prossimo volume) vedrà la luce anche in Italia... Intanto, per incuriosirvi, vi lascio la copertina, splendida come sempre. Dalla trama inglese e dalla copertina scopriamo che questa volta l'attenzione non si porrà più sulle fiabe, ma sui classici della letteratura, come Alice nel Paese delle Meraviglie, Robin Hood, le leggende di Re Artù, Il Meraviglioso Mago di Oz e Peter Pan.
Questo terzo volume, intanto, mi ha lasciata frastornata e devo dire che mi è piaciuto leggermente meno rispetto agli altri, eppure so che non poteva essere diverso. Mi chiedo solo che cosa avrà in mente Chris Colfer e dove ci porterà la sua sconfinata fantasia.

E voi? Che ne pensate?


giovedì 25 giugno 2015

Fiabe dal Mondo # 13: Irlanda


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Dopo tanto tempo, torno a postare una favola. Questa volta ho scelto una storia legata in qualche modo alle fate, visto che sono le protagoniste di questo periodo dell'anno, con il Solstizio d'Estate (o Mezza Estate, com'è conosciuto nei paesi anglosassoni e che rimanda alla celebre commedia di Shakespeare).




In Irlanda c'era un'anziana signora
che era stata in una fatata dimora.
Lì imparò l'arte della guarigione,
le erba raccoglieva per ogni sua pozione.
Per i suoi servigi non si faceva pagare perché...
... be', se continui a leggere lo scoprirai da te!

Si dice che durante il periodo di Mezza Estate i popolo fatato rapiva le fanciulle più graziose per portarle nelle loro dimore. Lì le tenevano per sette anni e alla fine di tale periodo, quando erano diventate vecchie e brutte, le rimandavano indietro, poiché gli esseri fatati non amano altro che la bellezza e la gioventù. Tuttavia, come compensazione per le offese perpetrate loro, alle donne venivano impartiti tutti i segreti delle fate e il magico mistero insito nelle erbe, e lo strano potere che queste posseggono per curare le malattie. In tal modo quelle donne diventavano onnipotenti, e con i loro incantesimi, sortilegi o pozioni, riuscivano a uccidere o a salvare secondo le loro decisioni.
Una volta, c'era in Irlanda una donna che era molto temuta, ma anche rispettata dalla popolazione per la sua conoscenza delle erbe che le conferiva il potere di curare tutte le malattie. Ma ella non rivelò mai la natura dell'erba e raccoglieva sempre le foglie da sola, di notte, nascondendole sotto le grondaie di casa.
E se la persona che aveva raccolto delle erbe le faceva cadere a terra sulla via del ritorno, esse perdevano le proprie virtù, oppure se ne parlavano o le mostravano a qualcuno, tutte le loro proprietà svanivano. Dovevano essere usate in segreto e in solitudine, e allora la cura sarebbe stata senz'altro perfetta.
Una volta, un uomo a cui avevano raccontato queste cose giunse dalla terraferma in barca con altri due uomini per incontrare la donna fatata, poiché era diventato zoppo in seguito a una caduta e non riusciva a lavorare.
Orbene, la donna sapeva che sarebbero arrivati, poiché possedeva la conoscenza di ogni cosa grazie al potere di divinazione appreso dalle fate, e poteva vedere e sentire anche quando nessuno le aveva detto nulla. Così uscì a preparare la medicina, approntò un balsamo, mescolò una pozione e tutto era pronto per l'uomo e per i suoi amici.
Quando apparvero, ella rimase alla porta e gridò: "Entrate! Questi sono il giorno e l'ora fortunati. Non abbiate paura, sarete curati dal potere che è in me e dalle erbe che vi darò".
 Allora l'uomo si chinò davanti a lei e disse: "Oh, madre, ecco qual è il mio caso." E le raccontò che, quando un giorno si trovava in montagna, era scivolato e caduto a faccia in giù. Una semplice e futile caduta, ma quando si era rialzato la gamba era inerme anche se in apparenza non aveva nessun osso rotto.
"So com'è accaduto", replicò lei. "Avete camminato su un'erba fatata sotto cui riposavano le fate e le avete disturbate, rompendo la cima della loro dimora, quindi si sono arrabbiate e vi hanno colpito la gamba e reso zoppo per dispetto. Ma il mio potere è più forte del loro. Fate quel che vi dico e presto sarete guarito."
Quindi gli diede il balsamo e la bottiglietta con la pozione, pregandolo di portarli a casa attentamente e di usarli in silenzio e da solo, e in tre giorni avrebbe riacquistato l'uso dell'arto.
Allora l'uomo le offrì dell'argento, ma la donna rifiutò.
"Io non vendo le mie conoscenze," rispose, "io le dono. Così la forza e il potere rimangono in me".
A quel punto gli uomini se ne andarono per la loro strada. Ma dopo tre giorni giunse un messaggio dall'uomo che riferiva d'esser guarito. Egli inoltre inviò alla saggia donna un bellissimo regalo, poiché un regalo non reca alcun danno, ma vendere il potere sacro e i misteri della conoscenza per denaro sarebbe stato fatale, dato che così lo spirito della guarigione che dimorava nella donna sarebbe svanito e non sarebbe più tornato.

martedì 23 giugno 2015

Scatti fotografici: piccole memorie quotidiane

Bentornati nella mia Foresta Incanta!
Mi scuso se vi ho fatto attendere tanto per un post di foto, ma non ho modo di fare molti scatti, per cui aspetto di collezionarne un po' prima di mostrarveli.

Viste le belle giornate (anche se poche) dell'ultimo mese, ho fatto un giro in bicicletta. Non fateci l'abitudine eh, ma questa sono io durante un momento di relax prima di ricominciare a pedalare =P


Visto il Solstizio d'Estate, ne ho approfittato per raccogliere l'Iperico, che volevo da anni. In parte l'ho fatto seccare per conservarlo, con il resto invece ci ho fatto un oleolito =D Adesso sta macerando, non appena sarà pronto ve lo mostrerò nelle boccette che mi sono preparata per l'occasione.



Il caldo estivo mi ha soffocato per alcuni giorni, per cui mi sono concessa diversi momenti di coccole, mangiandomi una bella coppa di frutti di bosco freschi accompagnati da magiche ed emozionanti letture.

Quello che vedete qui sotto invece, è un cucciolo (si fa per dire, visto che era enorme!) di gabbiano reale, paparazzato proprio di fronte all'Ariston. Osservava i passanti sorpresi e si metteva in posa come un vero vip! Non era per nulla spaventato.


Visto che, come vi dicevo, i libri l'hanno fatta da padroni in questo mese, vi lascio la foto della dedica de "La Terra delle Storie. L'avvertimento dei Grimm" di Chris Colfer, che adoro! La rileggo continuamente, non è meravigliosa?



Come vi accennavo, ho festeggiato il Solstizio d'Estate andando in campeggio. Ho acceso un bel fuocherello e dal posto che abbiamo scelto per campeggiare si godeva di una bellissima vista, anche se dalla foto non si direbbe.


L'ultima foto che vi lascio, è un regalo ricevuto proprio ieri da un'amica. Sono saponi naturali e vegai fatti a mano da lei, sali da bagno, due candele (di cui una naturale) e la statuetta della dea egizia Bastet! =D 


Sperando che questi piccoli e quotidiani scatti vi siano piaciuti, vi saluto, ci leggiamo nei prossimi giorni!

giovedì 18 giugno 2015

Il Riflesso dell'Anima # 22


Bentornati nella mia Foresta Incantata!
Il Riflesso dell'Anima, rubrica creata da me e Reina del blog Il Portale Segreto, consiste nel postare una citazione o un brano tratto da un libro, film, canzone o altro che che ha fatto vibrare le corde della nostra anima associandola a un'immagine. Sarà una rubrica che rispecchia il nostro io più profondo. Non avrà cadenza fissa, sarà dunque occasionale, ed entrambe la gestiremo in modo indipendente l'una dall'altra.

Ecco qui dunque la mia immagine a la mia citazione di oggi:





"Non avrei saputo spiegare come in ogni ghianda vivesse già una quercia, né come d'un tratto mi fossi resa conto che dentro di me, nello stesso modo misterioso, viveva qualcosa - la donna che sarei diventata -, eppure mi sembrava già di conoscerla. Era sempre stata lì [...]. Di colpo presi coscienza del mio destino. [...] Dalle ghiande nascono le querce, giusto?"

L'invenzione delle ali, Sue Monk Kidd


martedì 16 giugno 2015

Recensione: "Ogni giorno come fossi bambina" di Michela Tilli


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Quest'oggi torno con la recensione di un libro gentilmente inviatomi dalla Garzanti, che ringrazio. Ecco, dunque, la mia opinione al riguardo.


Autore: Michela Tilli
Editore: Garzanti
Pagine: 256
Prezzo: 14,90 euro

Trama: I lunghi capelli di Argentina, un tempo corvini, ormai sono percorsi da fili argentei, ma i suoi occhi non hanno smesso di brillare. Perché Argentina, a ottant'anni, si sveglia ancora come fosse bambina. Ogni mattina attende con ansia quella sorpresa che le cambierà la giornata. Quella sorpresa che nasconde un segreto da non rivelare a nessuno. A scoprirlo è Arianna, che a sedici anni si sente goffa e insicura. È felice solo quando è circondata dai libri. Le loro pagine la portano lontana dai suoi genitori e dai compagni di scuola che non la capiscono. Essere costretta a fare compagnia ad Argentina è l'ultima cosa che avrebbe voluto. Ma quando Arianna fa luce sul mistero di quelle lettere che riescono a portare un sorriso sul viso della donna, tutto cambia. Qualcosa di forte inizia a unirle. Perché quelle righe custodiscono una storia e un ricordo d'amore. La storia di Argentina, ancora ragazza, e di Rocco che con un solo sguardo è stato capace di leggerle l'anima. La storia di un sentimento cresciuto sulle note di una poesia tra i viottoli e gli scorci di un piccolo paese. Un paese in cui Argentina non è più tornata. Ma Arianna è lì per darle il coraggio di affrontare un viaggio che la donna desidera fare da molto tempo. Un viaggio in cui scoprono che il cuore non smette mai di sognare, anche quando è solcato da rughe profonde. Un viaggio in cui scoprono che niente è impossibile, se lo si vuole davvero. Michela Tilli ha scritto un romanzo indimenticabile, con una penna unica, intensa, incisiva. Ogni giorno come fossi bambina è un fenomeno editoriale che ha conquistato la critica, i librai e gli editori internazionali. La storia di due donne che appartengono a generazioni diverse e di un legame che supera tutte le barriere. Perché ci sono dei linguaggi che non hanno età né tempo, come quello dell'amore, dell'amicizia e dei ricordi. Perché in fondo non è mai troppo tardi per inseguire i propri desideri.

Voto:
Recensione:
"Ogni giorno come fossi bambina" è una storia di rinascita, di sogni e di speranze.
Quello che Michela Tilli ci propone è uno sguardo sulla vecchiaia e su un'amicizia senza età, sulla solidarietà di due anime profondamente diverse eppure, in fondo, più simili del previsto.
Argentina è ormai anziana, al capolinea, si potrebbe dire, eppure ha ancora un sogno nel cassetto, che ha lasciato chiuso nei meandri della sua anima per anni e anni. Il suo sogno è quello di ritornare al suo paese, quello che le ha dato le origini, e dal quale è partita per non fare più ritorno il giorno delle sue nozze. Per anni è rimasta chiusa nel guscio sicuro della famiglia, assecondando i desideri del marito di non cercare più contatti con il paese. Eppure, anche adesso che il suo consorte non c'è più, lei non riesce a decidersi a fare quell'ultimo grande passo prima della fine.
Arianna, per contro, è una ragazza giovane, intrappolata in un fisico che non sente appartenerle. Grassa, goffa e impacciata, nella vita reale è una fallita, ma non in quella virtuale. Il computer è il suo portale verso il mondo esterno: gestisce un blog seguito persino dai suoi conoscenti, ha degli amici che non la giudicano per il suo aspetto, ma solo per il suo animo e per le sue passioni, ed è libera di scrivere ed esprimere con le parole le sue frustrazioni giornaliere, le sue passioni più grandi e il suo amore per la vita. Anche lei è chiusa in un guscio, proprio come Argentina, e quando le due si incontreranno, la vita di entrambe finirà per cambiare per sempre. 
Argentina e Arianna sembrano quasi le facce di una stessa medaglia e finiranno per aiutarsi a vicenda.
Il linguaggio di Michela Tilli è semplice, tuttavia a tratti si fa più poetico. 
Il ritmo della narrazione è piuttosto veloce, anche se all'interno del romanzo l'azione è davvero poca, ma la curiosità di scoprire cosa succederà alle due protagoniste resta alta nel lettore, per cui il romanzo scivola via davvero velocemente. "Ogni giorno come fossi bambina" farà sorridere più di una volta il lettore, grazie ai capricci di Argentina e alle sue stranezze caratteriali.
Ho apprezzato molto il personaggio di Arianna, in cui molte ragazze di oggi potrebbero facilmente immedesimarsi. Mi è piaciuta la scelta dell'autrice di scegliere una protagonista fuori dal comune e dagli standard, grassa e introversa, quella che oggigiorno verrebbe definita una "sfigata". Eppure in lei è facile trovare frammenti di noi: la goffaggine del corpo nell'adolescenza, il timore di uscire fuori da quel guscio che bene o male tutti ci siamo creati, l'avere una vita virtuale più attiva di quella reale, e poi i complessi legati al cibo e al proprio fisico... insomma, grazie alla figura di Arianna, Michela Tilli ha potuto inserire nel suo romanzo una certa varietà di temi, non rendendoli mai pesanti al lettore ma permettendo comunque di fare delle riflessioni importanti durate la lettura.
"Ogni giorno come fossi bambina" è un romanzo che insegna a credere nei propri sogni, a metterli da parte e a ripescarli nei momenti più inaspettati. E' un inno all'amicizia vera, quella senza limiti di età.
Con la dolcezza di una carezza e la forza di un temporale, Michela Tilli ci accompagna in un viaggio: non solo quello di una donna intenzionata a ripercorrere le vie del paese che l'ha vista nascere, ma un viaggio alla scoperta di noi stessi, dei nostri sogni e desideri più nascosti alla ricerca dell'anima bambina che ognuno di noi si porta ancora dentro.
E' un libro perfetto da portarsi in vacanza e gustarsi sotto l'ombrellone, 
Gli ingredienti vincenti di questo romanzo sono la giusta dose di spensieratezza, un pizzico di malinconia e una certa profondità che si intravvede sotto la superficie.
Consiglio "Ogni giorno come fossi una bambina" a chi ha voglia di una storia leggera eppure capace di far riflettere, a chi ama le storie di amicizia e a tutti gli instancabili sognatori che tra le sue pagine troveranno pane per i loro denti.

Voi che ne pensate? Lo avete letto?



domenica 14 giugno 2015

Anteprime & Segnalazioni firmate Rizzoli e Garzanti


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco, e buona domenica!
Oggi voglio proporvi un'anteprima e una segnalazione, rispettivamente da Rizzoli e Garzanti , una delle quali mi sta molto a cuore. Esce infatti questa settimana il terzo capitolo della saga de "La Terra delle Storie" che adoro e che tanto attendevo. Eccovi dunque le novità!


Titolo: La Terra delle Storie. L'avvertimento dei Grimm
Autore: Chris Colfer
Pagine: 576
Prezzo: 15,00 euro
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 18 giugno 2015

Trama: Conner Bailey crede che le sue avventure nel Mondo delle Fiabe siano terminate, finché non scopre un indizio misterioso lasciato dai fratelli Grimm. Con l'aiuto della sua amica Bree e della stravagante Mamma Oca, parte in missione attraverso l'Europa per decifrare un avvenimento che risale a duecento anni fa. Frattanto sua sorella Alex si sta allenando per diventare Fata Madrina, ma esaudire i desideri altrui non è affatto semplice. Quando la minaccia incombe di nuovo sulla Terra delle Storie, Conner e Ales devono unirsi a tutti i re e le regine per salvare il Mondo delle Fiabe. Ma non c'è niente che possa preparare davvero i gemelli alla battaglia in arrivo... nè al segreto che cambierà oer sempre la loro vita.



Titolo: A Lupita piaceva stirare
Autore:  Laura Esquivel
Pagine: 191
Prezzo: 16,90 euro
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 11 giugno 2015

TramaFuori, Città del Messico splende delle luci della notte e il rumore della città si leva alto. Lupita non vuole sentire. Ha chiuso tutte le finestre, ha abbassato tutte tende. Vuole stare sola e cercare di non pensare. E l’unico modo in cui riesce a farlo è stirare. Il gorgogliare dell’acqua che si scalda, il vapore denso che offusca la vista, il profumo dei panni puliti che si intensifica nell’aria hanno il potere di calmarla. Perché le ricordano sua madre e della felicità di quando era bambina. Ma quei tempi sono ormai lontani, Lupita è diventata una poliziotta e oggi ha fallito nel compito che le era stato affidato, proteggere un deputato durante un trasferimento. Le sue mani tremano ancora e questo la riporta a una notte di tanti anni prima, quando la sua vita si è interrotta. Perché Lupita è una donna spezzata e il suo cuore è chiuso in un nodo di dolore che nasconde un segreto del suo passato che non può dimenticare. Ma adesso la sua vita è in pericolo, perché durante la missione Lupita ha visto qualcosa che non doveva vedere. Per salvarsi deve indagare e trovare i reali colpevoli, anche se questo rischia di riaprire le ferite del suo cuore. Ma solo così, forse, potrà riaprirsi alla vita e all’amore… Dopo il grande successo di Dolce come il cioccolato, Laura Esquivel, la più grande scrittrice messicana, ci regala la storia di una donna dalla voce indimenticabile e potente. Un inno alla vita, ma anche una dichiarazione d’amore per la propria terra. La lotta di una donna forte, sensibile e guerriera.


Che ne pensate? 


giovedì 11 giugno 2015

Disegnami una Storia #4: Severino Baraldi


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco! 
Disegnami una Storia è una rubrica senza cadenza fissa, in cui do voce agli illustratori, che spesso incantano i lettori e ne catturano gli occhi, ma di cui poco si sa e si conosce. 
L'illustrazione è una sorta di ponte tra il mondo dell'arte e quello della lettura/scrittura, concilia dunque due delle mie passioni più grandi.

Oggi ho deciso di farvi conoscere un illustratore che amo particolarmente, visto che il grosso librone di fiabe che era solita leggermi la mia nonnina tutti i pomeriggi e tutte le sere era illustrato proprio da lui!
Sto parlando di Severino Baraldi.
Nato nel dicembre degli anni '30, dimostrò fin dai primi anni di vita un talento innato per il disegno. Il padre era barbiere di professione e Severino lo seguiva in negozio, realizzando disegni con i gessetti per i clienti.
Lavorò per uno studio pubblicitario e si iscrisse a una scuola d'arte serale, dove ebbe l'opportunità di affinare la tecnica del disegno e del nudo con lo studio dell'anatomia.
La prima commissione di illustrazioni gli fu data per l'enciclopedia per ragazzi "I Quindici", a seguire illustrò la Bibbia, libri scolastici e di narrativa per ragazzi.
Tra le innumerevoli illustrazioni, spiccano quelle per la collaborazione con Piero Angela e il suo programma Super Quark, poi i disegni per Tarocchi e carte da gioco didattiche.
Per la qualità e la quantità delle tavole dipinte nell'arco della sua lunga carriera, è collocato dai critici ai vertici dell'illustrazione italiana.

Purtroppo, nonostante l'importanza di questo illustratore nel panorama italiano, le immagini a disposizione sul web non sono molte, quelle di fiabe poi scarseggiano, ma proverò a darvi una visione d'insieme dell'arte di Severino Baraldi.

L'illustrazione che segue è tratta dal librone di fiabe di cui vi parlavo prima, in particolare dalla fiaba "La volpe e la cicogna" di La Fontaine.


Da queste immagini si nota poco, ma Severino Baraldi si serve spesso della tecnica del puntinismo, creando delle illustrazioni davvero particolari. I colori restano "morbidi" e la sua mano è praticamente inconfondibile.
Forse la tecnica dei colori usata da questo illustratore potrà rendere un po' meglio l'idea da queste altre immagini:



Avendo un debole per l'Egitto, non posso non mostrarvi questa illustrazione, realizzata per la Bibbia, che ritrae Giuseppe dal Faraone:


Anche qui noterete la morbidezza della luce, guardando l'illustrazione sopra sembra di sentire il caldo dell'Egitto sulla pelle, l'aria ferma e soffocante. Bellissima la resa dei vestiti, dei copricapi e delle decorazioni pittoriche e architettoniche.

Noterete la differenza tra le illustrazioni per libri di fiabe e quelle invece per un pubblico più "maturo". Le immagini dedicata ai più piccoli sono più schematiche, i corpi e i vestiti hanno una forma quasi geometrica, spigolosa, talvolta sembra di osservare un collage. Per le illustrazioni storiche, invece, lo stile di questo illustratore cambia nelle forme, ma non nei toni; ecco dunque che i personaggi, gli avvenimenti, i paesaggi si fanno più realistici e coinvolgenti, carichi di azione e movimento, tanto che sembra di assistere alle scene narrate dalla matita dell'artista. Ne sono un esempio le seguenti illustrazioni:





Le illustrazioni che ho scelto e che si trovano sul web non rendono veramente giustizia a questo illustratore italiano, ma se vi capiterà sotto mano un libro illustrato da lui date un'occhiata, non ve ne pentirete!

E voi? Cosa ne pensate?


martedì 9 giugno 2015

L'Iperico o scacciadiavoli



Se c'è una pianta selvatica che amo da quando ero bambina, quella è proprio l'iperico.
La vidi per la prima volta su un libro che parlava delle fate, da quel momento me ne innamorai e ovunque andassi la cercavo con gli occhi, sperando di trovarla, prima o poi. Anni e anni dopo, finalmente ho incontrato questa pianta lungo i sentieri intorno a Triora ed è stata una grande emozione trovarmela davanti, come tornare bambina.
Dato che il Solstizio d'Estate si avvicina sempre più e che l'Iperico è legato a questo periodo dell'anno, ho pensato di scrivere questo post per farvi conoscere le proprietà di questa pianta, magiche e non!

Nome popolare: scacciadiavoli, erba di San Giovanni, erba fatata
Genere: maschile
Pianeta: Sole
Elemento: Fuoco
Poteri: salute, protezione, forza, divinazione d'amore, felicità.

L'Iperico è una pianta erbacea che può diventare alta fino a 80 centimetri e ha fiori di un bel colore giallo dorato con petali disposti a stella e riuniti in spighe alla fine dei rami. Fiorisce in tutta Italia, tranne che in alta montagna. Cresce in luoghi caldi con una buona esposizione al sole, nei prati incolti, lungo le strade di campagna. E' un piccolo arbusto dall'odore balsamico che fiorisce da giugno ad agosto.
Secondo la tradizione, l'iperico si raccoglie il giorno di San Giovanni (24 giugno). Questo perché anticamente, chi si trovava per la strada nella notte della vigilia, quando le streghe si recavano a frotte  verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggevano infilandoselo sotto la camicia insieme con altre erbe, dall'aglio all'artemisia alla ruta. Il suo stretto legame con il santo sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati tra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo detto per il suo colore "sangue di San Giovanni".
Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significava "al di sopra", ossia più forte delle apparizioni dell'oltretomba e del mondo infero. Per questo motivo era soprannominato anche scacciadiavoli. A lungo si è creduto che quest'erba potesse scacciare i demoni dal corpo degli indemoniati, e quindi è stata usata in molti cerimoniali di esorcismo. 
Molti contadini ne tenevano alcune piantine vicino alla casa, ne appendevano mazzi nelle stalle per scongiurare le fatture contro il bestiame e ne mettevano sotto al materassino della culla dei neonati per proteggerli dal malocchio.
Molti ne appendevano dei rametti sulle pareti e le finestre di casa come amuleto protettivo e portafortuna.
Il medico Durante, vissuto nel 1600, scriveva dell'iperico:
"Assicuravano essere tanto in odio ai diavoli che abbruciandone o facendone fomenti nelle case, essi subito se ne partivano."
Quest'erba dunque ha il potere di far fuggire non solamente le entità negative, ma anche gli incubi e gli spettri. Il motivo forse sta nell'odore molto simile a quello dell'incenso che questo fiore sprigiona quando viene bruciato.
Se portato addosso allontana le influenze negative, se piantato davanti a casa protegge da tutti coloro che ci vogliono male, dall'invidia e dal malocchio.
Guariva i morsi dei serpenti, ma figurava anche fra i rimedi consigliati contro gli attacchi di epilessia e le bruciature.
Messo in un vaso e appeso vicino alla finestra l'iperico protegge la casa dai fulmini, dal fuoco e dagli spiriti del male. Questa credenza deriva dal fatto che coloro che nell'antichità danzavano intorno al fuoco la notte di San Giovanni si cingevano il capo con corone di iperico. Una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case per preservarle dal fulmine.

Proprietà:
Antisettico, astringente, cicatrizzante, diuretico, sedativo, vermifugo, vulnerario. A uso interno, l'estratto degli apici fioriti è antivirale, astringente e sedativo e calma il sistema nervoso nei casi di depressione. L'infuso di fiori è indicato nell'incontinenza urinaria.
A uso esterno, i fiori macerati in olio di oliva costituiscono un efficace unguento per le scottature, le contusioni, le distorsioni, la gotta, le piaghe, i reumatismi e le ferite. Si utilizza confezionando delle garze imbevute di olio che vengono poste sulle parti malate, fasciate e lasciate agire per qualche giorno.

Usi magici
L'iperico è una pianta magica molto potente usata nei rituali di purificazione: va bene sia nelle fumigazioni sia nei bagni, come profumo, tisana eccetera.
Se indossato, allontana le febbri e i raffreddori, rende i soldati invincibili e attira l'amore. Se raccolto il 21 giugno o di venerdì cura le malattie mentali e la malinconia.
Essiccato sui fuochi di San Giovanni e appeso vicino alla finestra allontana da casa i fantasmi, i negromanti e tutte le persone che agiscono con malvagità; viene bruciato per eliminare gli spiriti e i demoni. Qualsiasi parte dell'iperico sotto il cuscino di una donna nubile le farà apparire in sogno il futuro marito. Si usa per scoprire la presenza di maghi; un tempo lo si metteva sotto la lingua di una strega per costringerla a confessare.

Fonti:
- Enciclopedia delle Piante Magiche, Scott Cunnigham
- Nuova enciclopedia delle erbe. Riconoscimento e uso medicinale, alimentare, aromatico, cosmetico. Edizioni Del Baldo.
- Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante. Alfredo Cattabiani.
- Il grande libro delle piante magiche, Laura Rangoni


giovedì 4 giugno 2015

Recensione: "Fiore di fulmine" di Vanessa Roggeri


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Dopo aver letto "Il cuore selvatico del ginepro" della stessa autrice (la cui recensione trovate qui), ero in fibrillazione per l'uscita di questo nuovo romanzo, non me lo sarei persa per nulla al mondo e non ha deluso le mie aspettative.
Ringrazio immensamente la Garzanti per il graditissimo omaggio e passo a recensirvelo.


Autore: Vanessa Roggeri
Editore: Garzanti
Pagine: 280
Prezzo: 16,40 euro

Trama: È quasi sera, quando all'improvviso il cielo si fa livido mentre enormi nuvole nere galoppano a colorare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai visto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta la bimba è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C'è un nome per quelle come lei, bidemortos, coloro che parlano con i morti, e tutti ne hanno paura. È diventata una reietta, una maledetta. Nel piccolo paese sardo non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un convento, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno torni a prenderla. Finché un giorno, una donna vestita di nero, elegante e altera, si staglia sulla soglia del convento. È Donna Trinez, una ricca viscontessa. Lei conosce la storia di Nora e sa cosa significa perdere una parte della propria anima. Per questo ha deciso di aiutarla contro tutte le superstizioni. Perché uno sguardo buono e una carezza possono far rifiorire anche un cuore ferito… Questa è la storia di una scelta difficile che va oltre le decisioni del cuore. È la storia del coraggio di una bambina e della forza di una donna. È la storia di una condanna e della capacità di rinascere alla vita. Dopo Il cuore selvatico del ginepro, strepitoso successo del passaparola per settimane nella classifica dei bestseller, Vanessa Roggeri ci regala un romanzo che ci trascina nella parte più segreta della nostra anima. Quella piena di passione, tormento e voglia di vivere. Ad ogni costo.

Voto:

Recensione:
Dopo aver letto "Il cuore selvatico del ginepro", avevo accolto con entusiasmo la notizia della pubblicazione di un nuovo romanzo di Vanessa Roggeri. Ho atteso con trepidazione il momento fatidico, colma di aspettativa mista al timore di rimanere in qualche modo delusa. La paura della mia delusione non era da attribuirsi alla scarsa fiducia che avevo nella capacità di Vanessa, quanto piuttosto perché, si sa, dopo un esordio col botto come quello avuto per il primo romanzo, è difficile riuscire a conquistare altrettanto il cuore dei lettori.
A lettura conclusa, posso dire con certezza che "Fiore di fulmine" sa tenere testa in modo impeccabile a "Il cuore selvatico del ginepro"; Vanessa Roggeri non delude, tutt'altro, sconvolge!
Già dall'incipit l'autrice ricama la sua storia, catturando inesorabilmente lo sguardo del lettore. Le prime pagine sono intrise ancora del sapore e dei profumi che Vanessa ci aveva fatto assaporare con il primo romanzo, tant'è che il confronto viene spontaneo al lettore. Eppure, se sulle prime la storia della famiglia Musa pare l'eco di quella degli Zara, pian piano l'autrice ci prende per mano e ci conduce in una vicenda tutta nuova, completamente differente da quella che credevamo di conoscere.
Sulle prime verrebbe da dire che quella di "Fiore di fulmine" sarebbe una lettura perfetta per il periodo di fine autunno, quando le giornate si fanno sempre più fredde , umide e piovose e quando si avvicina inesorabilmente la festa di Ognissanti, con i suoi misteri e le sue leggende oscure. Procedendo con la lettura, tuttavia, il lettore si accorgerà che in realtà quella che tiene stretta tra le mani è una storia che celebra la vita e non la morte, una storia di rinascita e speranza, che ben si adatta alle atmosfere primaverili, con i suoi mandorli in fiore e l'aria frizzante e carica di promesse.
La voce viene data, ancora una volta, alle donne, che restano protagoniste indiscusse del romanzo, anche se qui trovano spazio anche figure maschili di notevole importanza.
Lo stile di Vanessa Roggeri colpisce dritto al cuore, con le sue sensazionali descrizioni, l'uso degli aggettivi e un linguaggio che anche questa volta si adatta perfettamente ai personaggi, facendosi ricercato e prezioso, pur restando nella sua sobrietà, esattamente come i ricami e la personalità della protagonista, Nora. Ancora una volta, non so spiegarmi perché, la potenza narrativa di questa autrice mi rimanda alla mente i grandi classici, tant'è che per le sue atmosfere e un po' anche per le vicende descritte e la caratterizzazione del personaggio di Nora mi ha ricordato vagamente "Jane Eyre" di Charlotte Bronte, che adoro con tutta me stessa.
Per gran parte della durata del romanzo non accade nulla di eclatante, se non a partire dalla metà, eppure difficilmente si riesce a staccare lo sguardo dalle pagine scritte da Vanessa. La storia si spiega agli occhi del lettore come il disegno di un arazzo dai toni delicati, non è difficile immaginare ogni singola parola scritta da Vanessa come fosse l'immagine di un film o, meglio, di un ricordo sepolto nei meandri della nostra mente. E' questa la magia di questa autrice italiana, e che orgoglio nel poter affermare che gli scrittori nostrani nulla hanno da invidiare a quelli stranieri! Vanessa Roggeri, con le sue parole e il suo stile indimenticabile riesce a trasportarci in epoche lontane, a mostrarci coi toni sbiaditi di una vecchia fotografia le immagini di storie magiche e reali al tempo stesso, in cui ognuno dei suoi lettori potrà facilmente identificarsi ed emozionarsi.
Anche in "Fiore di Fulmine" i personaggi sono semplicemente indimenticabili. Come non restare incantati da Nora, dal suo coraggio e dalla sua nobiltà d'animo? Un fulmine ha cambiato per sempre la sua vita, disegnandole un fiore scarlatto sulla pelle e raggelandola nei sentimenti, eppure dal gelo dell'inverno la vita rinasce e rifiorisce, e anche Nora saprà riscattarsi dal suo passato per mettere fiori in primavera. Nora è una bidemortos: è resuscitata dalla tomba, ereditando dal regno infero un dono prezioso e pericoloso al tempo stesso, quello di vedere le anime dei trapassati. Questo le ha causato immense sofferenze, allontanandola da chi aveva di più caro al mondo, la madre e i fratelli. Non ha nessuno su cui contare, né carezze da ricevere nel momento del bisogno, eppure Nora è attaccata alla vita come l'edera all'albero e l'edera, si sa, cresce all'ombra ma cerca costantemente la luce.
Poi c'è donna Trinez, seconda protagonista del romanzo, che in comune con Nora ha la nobiltà d'animo e il dolore con il quale ha serrato il suo cuore. Attraverso la penna della Roggeri conosceremo anche Palmira, la cui malsana gelosia e l'invidia sfacciata colpiranno il lettore in pieno volto, non risparmiando Nora e mettendole i bastoni tra le ruote, e poi le due serve alleate di Nora, l'esuberante e sorridente Annica e Giusta, brontolona e materna.
Tra i personaggi maschili di spicco invece ci sono Gabriele e Giaime, fratelli diversi nel temperamento eppure così simili nei sentimenti, e poi Mariano, dalla personalità ambigua.
In questa storia l'autrice inserisce un ingrediente che ho molto gradito, quello dell'occultismo e, nella fattispecie, dello spiritismo. Esattamente come è successo per "Il cuore selvatico del ginepro", anche "Fiore di fulmine" ha saputo coinvolgere ogni fibra del mio essere, sembra che Vanessa riesca a toccare proprio i punti giusti del mio animo, là dove risiedono pensieri profondi e importanti, credenze tramandatemi dal mio albero genealogico... poiché io ho alcune delle mie radici in quella terra aspra di cui Vanessa sa parlare così bene: la Sardegna. Grazie alla sua penna, posso conoscere meglio questa regione, che per me ha vissuto per lungo tempo solo attraverso gli sporadici racconti di mio nonno.
"Fiore di fulmine" è un romanzo che sa affascinare, dunque, non solo per i personaggi e lo stile di Vanessa Roggeri, ma anche per i temi trattati al suo interno. Ancora una volta la famiglia si dimostra essere il perno attorno a cui ruotano tutte le vicende. L'autrice ci dimostra come spesso la nostra vera famiglia non sia quella in cui nasciamo, ma una nuova, incontrata per caso o per volere del destino. E' chiaro che gli affetti siano molto cari a Vanessa, forse per questo riesce a descriverli con tale maestria.
L'amore, scandagliato nelle sue diverse forme, è un altro dei temi fondamentali del romanzo: quello materno, quello coniugale, quello che lega due persone con un filo indissolubile, e poi ancora quello malsano e patologico, quello fraterno e quello semplice e naturale per la vita.
Il tema del diverso è ancora presente in questo romanzo, anche se non come in "Il cuore selvatico del ginepro". "Fiore di fulmine" è una storia di redenzione, di coraggio e di dolore, quello che Vanessa ha scritto è un romanzo intriso di mistero, ricco di colpi di scena e dalle descrizioni così vivide che sarà doloroso uscirne e abbandonarne le pagine una volta concluso.
Adoro il modo di scrivere di quest'autrice, che da oggi si guadagnerà sicuramente un posticino tutto suo nella classifica dei miei preferiti, perchè i suoi libri sono sconvolgenti come una forza della natura, delicati come un ricamo ed evocativi come un ricordo. 
A chi consiglio "Fiore di fulmine"? A chi desidera godersi una storia insolita, a chi vuole provare brividi lungo la spina dorsale per le vicende in esso narrate, a chi ama le storie di fantasmi, oppure semplicemente a chi vuole godersi una lettura al caldo tepore di questa primavera ormai alla fine. Insomma, non ve ne pentirete!

Voi che ne pensate? Lo avete letto?



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