domenica 4 marzo 2012

Fiabe dal Mondo # 2: Polonia



Buona domenica a tutti voi che passate dal blog!
Come ogni prima domenica del mese, il blog ospita questa rubrica che, come suggerisce il nome, è dedicata alle fiabe provenienti da tutto il mondo. 
Menestrello stamattina è un po' irascibile, sarà perchè le corde del suo strumento si sono spezzate dopo tanto suonare e ha faticato a trovarne di nuove, ma è meglio non farlo attendere troppo. Le sue dita sono impazienti e come sempre freme dalla voglia di raccontarvi una delle sue storie, per cui lascio a lui la parola ^^




Bentornati, gentili Dame e prodi Cavalieri. La terra in cui si svolgono le vicende che vi narrerò è lontana da qui, e oggi la chiamate Polonia. Mettetevi comodi, potrò dilungarmi un po', ma quando d'amore si tratta il tempo non conta. Se poi la storia è condita di magia ed incantesimi... chissà cosa accadrà!

In un villaggio molto lontano viveva un uomo,  felice della vita semplice e serena che svolgeva in compagnia delle tre figlie.
Un brutto giorno egli si ammalò gravemente. A niente valsero le cure che gli stregoni del villaggio prepararono per lui: il male avanzava inesorabilmente.
“Oh! se potessi bere l'acqua della magica sorgente! - ­ si lamentava l'uomo – guarire idi sicuro. Ma la sorgente è così lontana…”
La figlia maggiore, addolorata per la sorte del padre, non sopportava di vederlo morire senza tentare di aiutarlo in qualche modo. Perciò prese una grossa brocca e partì alla volta della sorgente fatata.
Camminò a lungo, giorno e notte, finché raggiunse la meta desiderata. Si avvicinò alla fonte, ma quando si piegò per attingere l'acqua sentì una voce che le disse: “Avrai quest'acqua solo se prometti di diventare mia sposa!”
La fanciulla si spaventò così tanto che fuggì via con la brocca vuota. La seconda sorella, informata di quanto era accaduto, la rimproverò e decise di recarsi lei stessa alla sorgente. Una volta arrivata, men­tre stava per prendere l'acqua nella brocca, la voce parlò di nuovo e pronunciò le stesse parole che la prima sorella aveva udito. La giovane esitava, così la voce continuò:  “Se non farai ciò che ti dico, tuo padre morirà!”
La ragazza, terrorizzata, tornò a casa velocemente, anche lei con la brocca vuota. Allora Katia, la sorella più giovane, si dichiarò pronta a tentare a sua volta l'impresa.
Si mise subito in viaggio e, quando ebbe raggiunto il luogo incantato, potette ascoltare la stessa voce che le disse: “Avrai quest'acqua solo se prometti di diventare mia sposa!”
La generosa fanciulla accettò la proposta senza esitare e così riuscì a riempire la brocca con l'acqua magica. La portò a casa e il padre la bevve con avidità. Immediatamente sentì le forze tornare nel suo corpo, il sangue affluire sul suo viso. Era miracolosamente guarito! Abbracciò la figlia minore e le manifestò la sua riconoscenza.
Passarono alcuni giorni, ed ecco che una sera uno strano individuo coperto da una pelle di lupo bussò alla porta della loro casa. Katia andò ad aprire e al sol vederlo tutti fuggirono, eccetto la giovane. Il misterioso visitatore ricordò alla ragazza la sua promessa; fece cadere a terra la pelle di lupo e mostrò alla fanciulla il suo vero aspetto. Era un uomo giovane e bello, e il suo nome era Stanislas. Egli si rivolse a Katia con grande dolcezza e le disse: “Verrò ogni sera da te, ma a mezzanotte dovrò andare via. Per un terribile incantesimo, compiuto contro di me dalla maga della sorgente, non posso mostrare il mio volto a nessuno, fuorché a te che hai accettato di diventare mia sposa senza conoscermi. Se qualcun altro scoprisse il mio aspetto sarei costretto a sparire.”
Il giovane le fece perciò promettere di non rivelare ad altri il loro segreto. Da allora, ogni sera Stanislas tornò a far visita alla fanciulla, ma quando s'udiva l'ultimo rintocco della mezzanotte, si copriva con la pelle di lupo e spariva nell'oscurità. Sebbene Katia sapeva di amare quel giovane, non seppe tener fede alla promessa fatta: si confidò con suo padre e questi, nella speranza di porre fine all'incantesimo, rubò la pelle di lupo e la bruciò nel bosco.
A mezzanotte, quando il giovane s'accorse di non poter indossare il suo travestimento, disse alla fanciulla:
“Non possiamo più vederci. Purtroppo devo partire per un paese molto lontano, al di là del mare. Ma se un giorno vorrai venire da me, dovrai calzare scarpe di ferro per camminare e colmare con le tue lacrime un paiolo di ferro.”
Detto questo, andò via,  mentre Katia cominciò a piangere per il dolore. Subito il padre le portò un paiolo di ferro per raccogliere le lacrime che ben presto riempirono il recipiente fino all'orlo.
La fanciulla attese qualche tempo, sperando in cuor suo che il giovane tornasse. Lo aspettò con ansia ogni sera, ma invano: Stanislas sembrava sparito per sempre. Infine, stanca dell'inutile attesa, decise d'intraprendere il viaggio per ritrovare il suo amato. Il padre le preparò delle scarpe di ferro e Katia partì, indossandole ai piedi.
Il percorso per raggiungere il mare fu lungo e doloroso; le scarpe di ferro le procuravano ad ogni passo un'atroce sofferenza. Una sera in cui si sentì troppo stanca per proseguire, la fanciulla volle riposarsi. Si avvicinò a una capanna, davanti alla quale sedeva un vecchio che, con aria sorpresa, le domandò:
“Chi sei? Come sei riuscita ad arrivare fin qui?”
Katia raccontò la sua triste storia e il vecchio l'ascoltò con compassione e tenerezza.
“Interrogheremo la Luna per avere notizie del tuo Stanislas” disse allora l'uomo e chiamò a sé l’altro.
“Non ho visto il giovane di cui mi chiedi, - rispose la Luna - ma va da mio fratello, il Sole, che con i suoi raggi arriva in luoghi lontani cento miglia: può darsi che ti possa aiutare.”
Katia seguì le indicazioni che la Luna le aveva fornito e giunse alla dimora del Sole, portando con sé una noce che l'astro notturno le aveva regalato. Purtroppo neanche il Sole potette esserle utile: non aveva mai visto Stanislas. Le suggerì però di andare dal Vento e, dopo aver regalato un'altra noce alla sfortunata fanciulla, le indicò la strada da percorrere.
Il Vento soffiava rabbioso quando Katia arrivò, ma vedendola così triste e smarrita, si quietò e ascoltò la sua richiesta. “Aiutami a ritrovare il mio amato Stanislas!” disse con semplicità la ragazza.
“Egli vive al di là del mare - rispose il Vento - Credo però che il giovane sia prigioniero di un'altra donna. Ad ogni modo, ti accompagnerò da lui.”
Il Vento guidò Katia oltre il mare e poi la lasciò, donandole una terza noce. Finalmente la fanciulla giunse al paese in cui viveva Stanislas. Egli abitava in un castello, prigioniero della maga della sorgente, che era innamorata di lui. Ma Katia non si perse d'animo: lo avrebbe salvato a qualunque costo. Si recò al castello e, fingendo di essere una principessa, chiese ospitalità alla sovrana. La maga la fece alloggiare in un sontuoso appartamento, ma volle subito metterla alla prova. La stessa sera la invitò ad una grande festa: Katia avrebbe dovuto indossare un abito adatto, come quelli che soltanto le principesse posseggono. La giovane era disperata quando, inavvertitamente, ruppe una noce; da essa uscì uno splendido abito d'argento che le andava alla perfezione. La maga, invidiosa, desiderò ardentemente quell'abito, i cui riflessi argentei illuminavano la pelle della giovane rendendola bellissima.
“Ve lo regalo - propose la fanciulla - se mi concedete di trascorrere un giorno con Stanislas.”
La donna accettò, ma prima fece bere al suo prigioniero un elisir d'oblio. Katia parlò a Stanislas del loro amore e delle lunghe serate trascorse insieme nel lontano villaggio, ma il giovane non ricordava nulla.
La sera successiva Katia ruppe la seconda noce, da cui uscì un abito meraviglioso del colore del sole. Anche questa volta l'avida maga lo desiderò per sé e perciò si accordò nuovamente con la giovane. Ma tutto si svolse nella stessa maniera, perché Stanislas aveva ancora bevuto l'elisir  e non ricordava niente.
Katia sperava che la terza noce le avrebbe portato maggiore fortuna e la sera dopo la ruppe. Ne uscì un abito stupendo, leggero e cangiante come il vento. Subito la fanciulla lo scambiò con un'altra giornata da trascorrere con Stanislas. Questa volta però, avevndo notato l’inganno della maga, riuscì a sostituire la magica essenza con dell'acqua. E quando rimase sola con Stanislas questi si ricordò della sorgente, della pelle di lupo e della fanciulla così dolce che egli aveva tanto amato.
“Mio caro - esclamò Katia - finalmente ti ho ritrovato! Così come tu desideravi, ho riempito un paiolo con le mie lacrime e ho calzato scarpe di ferro per raggiungerti.”
Stanislas la prese tra le sue braccia e giurò: “Tu sarai la mia sposa e non ci lasceremo mai più!”
La maga, furiosa, capì che l'amore aveva trionfato sul suo incantesimo e sparì per sempre portando con sé i tre abiti.
I due giovani si sposarono e vissero felici per sempre nel castello al di là del mare.

 
The End

8 commenti:

  1. Bella storia.. piacevole leggerne le righe.. :)

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  2. Che splendida storia!! Santo cielo, quanto amo le favole, anche se a vedermi non si direbbe! Dentro sono ancora una bambina ^_^

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  3. Sono contenta ti sia piaciuta ^^ Penso che le fiabe facciano ormai parte del nostro bagaglio culturale, visto che ci accompagnano durante tutta l'infanzia. Io mi sono accorta con piacevole sorpresa che le fiabe che mi facevo raccontare con più frequenza fanno parte della mia vita e della mia personalità: è da esse che hanno preso forma il mio carattere, i miei ideali... e sono contentissima di questo!

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  4. Bellissima!! Il tuo blog è un piccolo tesoro!

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  5. Sono molto contenta che sia la fiaba che il blog ti piacciano ^^ Grazie per i complimenti, sei gentilissima =)

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  6. Ciao cara, grazie per essere passata! Guarda, per tirare via le parole di verifica per me è stato abbastanza semplice. Io ho la vecchia interfaccia di blogger per cui sono andata in impostazioni, da lì in commenti e dove mi chiedeva "Mostra la verifica parole per i commenti?" ho spuntato NO! Non sapevo neanche che si potessero togliere!

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  7. Che bel blog che hai! mi sono iscritta! se ti va, passa da me!

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