mercoledì 5 marzo 2014

Recensione: "Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare" di Luis Sepùlveda


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Quando ero bambina ci fecero leggere il libro che sto per recensirvi in occasione dell'uscita del film d'animazione e di una recita che avremmo dovuto fare al riguardo. Abbiamo lavorato molto su questo testo, e io lo adoravo, tanto da leggerlo e rileggerlo all'infinito. Sono molto affezionata a questa storia, motivo che mi ha spinto a rileggerla. Inutile dirvi che non ne sono rimasta delusa.



Autore: Luis Sepùlveda
Editore: Salani
Pagine: 126
Prezzo: 10,00 euro

Trama: I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. "Banco di aringhe a sinistra" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti...

Voto:
Recensione:
"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" è una storia delicata e profonda come le onde del mare che ne segnano l'incipit.
Il linguaggio usato dall'autore è semplice e scorrevole; Sepùlveda usa un vocabolario piuttosto ricco, cosa che permetterà ai giovani lettori di arricchire il proprio linguaggio. Il ritmo della narrazione è piuttosto veloce, poichè il lettore è curioso di scoprire come se la caveranno i simpatici protagonisti della storia.
Le descrizioni hanno spesso i tratti tipici della fiaba; l'autore utilizza espressioni fisse e ripetitive quali "il gatto grande e grosso" per rendere riconoscibili i tratti che contraddistinguono i personaggi al giovane spettatore.
In questa dolce e profonda storia incontriamo vari personaggi, dai gatti  del porto ai topi delle fogne, dai gabbiani agli esseri umani. Ognuno ha un suo ruolo all'interno della storia, ognuno ha una particolarità che lo contraddistingue. Sepùlveda crea delle piccole e divertenti caricature che daranno modo al lettore di sorridere e di cogliere con facilità le personalità differenti di ogni personaggio. Zorba, il gatto nero grande e grosso protagonista, finisce per fare da mamma a un pulcino di gabbiano, intenerito dalla sorte toccata alla sua povera mamma. Generoso e fedele alle promesse fatte, Zorba saprà essere un bravo genitore, affettuoso e determinato, oltre che coraggioso e pronto a sfidare non solo i viscidi ratti nelle fogne, ma anche il temibile e pericoloso essere umano pur di aiutare la creatura che è sotto la sua protezione.
Tra i personaggi secondari, ma non meno importanti, di questa storia troviamo Colonnello, gattone anziano un po' borioso al quale il gatto Segretario continua imperterrito a "togliere i miagolii di bocca". Divertente poi la sete di conoscenza del gatto Diderot, che vive in una sorta di museo, il Bazar del porto, e che non fa che consultare l'Enciclopedia per trovarvi una risposta a qualsiasi quesito.
E' incredibile come un libro così piccolo possa contenere tematiche così grandi e profonde. Nella sua dolce storia, Sepùlveda denuncia l'inquinamento ambientale, causa di gravi danni non solo per l'ambiente, ma anche per gli ecosistemi e per gli animali, costretti a subirne le terribili conseguenze. L'autore non manca mai di sottolineare all'interno del romanzo le contraddizioni, l'egoismo e l'ingenuità dell'essere umano, che rende gli animali fenomeni da baraccone e che preoccupa di continuo il regno animale con le sue azioni scellerate e incomprensibili. Tuttavia, non si può fare di tutta l'erba un fascio, e l'autore redime sul finale l'uomo; esistono al mondo persone sensibili e dal cuore grande, vicine alle esigenze della Natura e degli animali. E quale esempio poteva scegliere Sepùlveda per incarnare sentimenti puri, maturi e consapevoli se non quello di un poeta? Sarà proprio uno scrittore, sensibile e dall'animo delicato, a tirar fuori dai guai i protagonisti della storia, donando nuova speranza e nuova vita.
Tra le altre tematiche non meno importanti ci sono quelle della libertà, impersonata dai gabbiani, e del saper portare a termine gli impegni presi con responsabilità. Sepùlveda infine ci insegna che non tutto quel che cerchiamo può trovarsi nei libri, perché spesso per conoscere bisogna vivere, lasciarsi trasportare e saper affrontare le difficoltà che la vita pone lungo il nostro cammino.
"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" è un libro commovente, profondo e incredibilmente educativo, ma vale la pena di chiedersi chi debba essere educato: i bambini ai quali il romanzo sembra essere destinato o forse gli adulti, sempre più indaffarati e distratti per accorgersi delle meraviglie che hanno intorno?
Un romanzo ricco di sentimenti che celebra l'amore per la vita, il mistero della Natura e l'importanza dell'altruismo, e che rappresenta un valido tassello nell'educazione infantile, poiché getta i semi per un'età adulta consapevole, tollerante ed "ecologica".
Consiglio questo piccolo libro a tutti, grandi e piccini, senza limiti alcuni di età, sesso o religione!

Nota:
Le immagini usate per il post sono dell'illustratrice Lina Dudaite.

Voi che ne pensate? Lo avete letto?



8 commenti:

  1. Lo ho letto quando ero una bambina! Mi era piaciuto molto!
    Anche il cartone animato ricordo che era molto carino.

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    1. Sono contenta che anche a te sia piaciuto, era ed è uno dei miei libri preferiti! Sì, anche il cartone era ben fatto in effetti =)

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  2. Anch'io l'ho letto quando ero piccina ^^ mi ero rattristata molto leggendo questo dolce libro :3 la tua recensione mi ha rinfrescato le idee ;) grazie grazie

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    1. In realtà la parte triste è quella iniziale, e il finale ci lascia un po' malinconici, però Sepùlveda è un maestro nell'arte della scrittura, e sa come smorzare le emozioni negative e come farle pesare di meno. Sono contenta che tu abbia apprezzato la mia recensione ^_^

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  3. ciao
    ho letto questo libro e visto anche il film. Meraviglioso.
    Libro che emoziona. Libro che insegna.

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    1. Parole sante! Il film devo rivederlo, non lo guardo da un bel po' di anni.

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    2. Un libro bellissimo, infatti il mio blog si chiama Vola Solo Chi Osa Farlo!! :D
      Tempo fa partecipai ad un concorso teatrale nazionale e vinsi il primo premio...portavamo in scena proprio questa bella storia!!

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    3. Uh che bel ricordo che hai riguardo questo libro! =)

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