martedì 13 dicembre 2011

Teaser Tuesday # 11: "La Tempesta" di W. Shakespeare


Bentornati sul blog! 
Oggi, come tutte le settimane, è il consueto appuntamento della rubrica Teaser Tuesday. Prima di riportare il Teaser di oggi, ricordo brevemente gli ingredienti di questa rubrica:

- il libro che stai leggendo
- una pagina aperta a caso
- copiane un pezzo evitando accuratamente gli spoiler
- rivelare autore e titolo del libro

Il libro che sto leggendo questa settimana (uno dei tanti) è "La Tempesta" di William Shakespeare, ecco qui l'estratto!

ARIEL:
Questo sì che è il mio nobile padrone!
Che devo fare? Di', che devo fare?

PROSPERO:
Prendi la forma di una ninfa marina:
mantieniti visibile solo per te e per me, 
e invisibile ad ogni altra pupilla.
Va', trasformati, e poi ritorna qui.
Va', ora, e fa' attenzione!
(esce Ariel)
Svegliati, cuore mio! Hai ben dormito.
Svegliati!

MIRANDA:
La vostra strana storia
mi ha dato un gran torpore. 

PROSPERO:
Scuotilo. Andiamo
a trovare il mio schiavo Caliban
che non risponde mai con cortesia.

MIRANDA:
E' un furfante, signore, 
non mi piace guardarlo.

PROSPERO:
Non possiamo, 
stando così le cose, farne a meno:
è lui che accende il fuoco, porta dentro la legna
e ci rende degli utili servigi.
Allora? Ehi, schiavo! Caliban!
Pezzo di fango, parla!

CALIBAN (dall'interno):
Legna ce n'è abbastanza!

PROSPERO:
Vieni fuori ti dico! C'è dell'altro da fare:
Esci o no, tartaruga? Ti decidi?
(Rientra Ariel in forma di ninfa marina)
Leggiadra apparizione! Mio Ariel delizioso,
due parole all'orecchio.

ARIEL: 
Sarà fatto, signore.
(Esce)

PROSPERO:
Tu, schiavo velenoso, concepito da diavolo in persona
e una madre maligna, vieni fuori!
(Entra Caliban)

CALIBAN:
Una rugiada altrettanto maligna
di quelle che mia madre raccoglieva
con la penna di un corvo da putride paludi
vi piova addosso! Soffi su voi un vento di sud-ovest
e vi copra di pustole!

PROSPERO:
Avrai crampi, stanotte, siine certo, per quello che ci hai detto, 
fitte ai fianchi da toglierti il respiro; spiriti porcospino
usciranno di notte alle ore morte
per dedicarsi a te; ti bucheranno come un alveare,
e ogni puntura ti farà più male 
delle api che l'hanno fabbricato.

(pagg. 77-79)

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