Torno a riproporvi questa rubrica, dopo mesi di assenza. Lo so, lo so, sono un piccolo disastro, ma tra una cosa e un'altra sono rimasta sommersa dagli impegni, ma sono pronta a rimediare ;)
Prima di cominciare con questa puntata, ricordo a tutti che Il Calderone è una rubrica mensile (riuscirò a mantenere l'impegno questa volta?) inventata da me che tratta di argomenti vari e disparati legati al mondo del mistero e della stregoneria. Il Calderone è una grossa pentola che può contenere svariati ingredienti: ogni volta mescolo la densa brodaglia in esso contenuta e ne estraggo col mestolo qualcosa di nuovo e diverso.
Qualche settimana fa, come sapete, io e Reina abbiamo visitato insieme il Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora. Ormai lo sapranno anche i muri della vostra stanza che amo questo paesino intriso di mistero e magia, ma non avevo ancora visitato il Museo, posto proprio all'inizio del paese sulla via principale. Il biglietto d'ingresso costa una sciocchezza, accessibile alle tasche di chiunque, e vale la pena dare un'occhiata alla miriade di oggetti e informazioni in esso contenuti.
Il Museo consta attualmente di quindici sale, disposte su tre piani. Devo ammettere che il percorso museale si presenta un po' confusionario, poco immediato forse, ma nonostante tutto è stato interessante osservare il materiale esposto.
Al piano terra, chiusi in apposite vetrine, il visitatore potrà osservare vecchi giocattoli del secolo scorso, invecchiati dal tempo ma ancora ricchi di storie da raccontare. Nella stessa stanza si trovano alcuni esemplari di animali imbalsamati tra i più comuni della Valle Argentina, sulla quale sorge Triora: il gufo reale, la poiana, la faina, il riccio e via dicendo. Lì accanto, sono esposti abiti d'epoca e opere di sartoria che profumano di antichità. Una piccola sala del primo piano è dedicata ad una ricca donna, profondamente religiosa, che seppe utilizzare il suo denaro per fare opere di bene per il paese e i suoi abitanti. L'ultima sala del piano terra infine è dedicata agli scavi archeologici attuati nelle zone intorno a Triora, mettendo in evidenza i ritrovamenti di epoca preistorica.
Scendendo al piano interrato, ci si ritrova subito in un altro mondo, quasi come se si fosse attraversato un varco spazio-temporale: davanti al visitatore appare una lunga vetrina contenente centinaia di libri ad argomento stregoneria dei generi più disparati, dal fantasy all'horror, dal saggio al manuale... Insomma, una biblioteca ricca di spunti e curiosità per lettori di ogni età. Io e Reina siamo rimaste per un po' con il naso incollato alla vetrina, estasiate da tutti quei volumi.
Procedendo, ci si ritrova a rivivere da spettatori la vita di un tempo; nelle sei piccole stanze del piano interrato sono ricostruite scene di vita quotidiana di un'epoca passata, dove l'agricoltura e l'allevamento erano le uniche fonti di sostentamento per molte famiglie. Interessantissima la ricostruzione della cucina contadina, con il focolare e gli sgabelli improvvisati intorno, la madia per la farina e il pentolame appeso alle pareti, al visitatore sembra quasi che il tempo si sia fermato, pare di tornare a vivere nella spartana semplicità di un tempo in cui non esistevano la tecnologia e il progresso.
La cucina |
Due salette attigue mostrano al visitatore due fonti di sostentamento importanti per i trioresi: il latte e le castagne. Queste ultime erano molto utilizzate in passato, poiché costituivano un alimento versatile, nutriente e facilmente reperibile. Proseguendo, ci si imbatte nella sala dedicata alla vita nei campi, in cui sono esposti utensili agricoli e utili all'allevamento.
Una stampa raffigurante Triora e le sue streghe |
Con questo può considerarsi conclusa la parte etnografica del museo e l'ultimo piano, quello dei sotterranei, è interamente dedicato a un capitolo importante della storia di Triora, quello sulla stregoneria. Non starò a soffermarmi sul famoso processo che tinse di dolore la storia del paese, poiché ne ho già trattato numerose volte in passato. Scendendo le scale che conducono ai sotterranei ci si trova in un luogo un po' angusto, quasi tetro suddiviso in tre parti. Qui sono riportate le fedelissime copie degli atti del terribile processo, oltre che varie schede che illustrano al visitatore il triste capitolo che vide protagonista Triora sul finire del Cinquecento; completano le bacheche espositive statuine artigianali di streghe ritratte nelle loro azioni quotidiane, oltre a stampe antiche e disegni che le vedono protagoniste. Ad arricchire le stanze c'è inoltre un'altra collezione di libri esoterici e non, dedicati alle streghe, viste purtroppo nella loro veste più negativa e demoniaca. Nell'ultima sala del Museo è riprodotta la scena di un interrogatorio: la luce è fioca come quella delle candele che si usavano un tempo, il buio oscura alcune zone della stanza ed entrando il visitatore si imbatte in un pallido manichino, rappresentante una strega, steso sul temibile cavalletto, lo strumento di tortura più usato per estorcere alle donne le loro colpe. Completano la lugubre scena la figura incappucciata dell'inquisitore e un'altra strega imprigionata in una piccola nicchia.
L'interrogatorio |
All'interno del Museo si mescolano sacro e profano, superstizioni e realtà, in un turbinio quasi confuso di emozioni e di messaggi. Purtroppo, la parte riguardante la stregoneria non mi ha soddisfatto. Conosco Triora ormai da qualche anno e so che alcune superstizioni sono ancora ben radicate nell'immaginario collettivo cittadino, ma non mi sarei mai aspettata di ritrovare tali superstizioni all'interno del Museo.
Il processo che coinvolse Triora sul tramontare del Cinquecento è un fatto storico che è bene ricordare e tramandare, ma avrei preferito che si parlasse di più delle donne, protagoniste indiscusse della storia triorese, come persone semplici, talvolta ignoranti, ma profondamente attaccate alla natura, spesso vittime di equivoci. Qui sembra invece che le streghe siano ancora credute figlie del demonio, un concetto errato dettato dalla superstizione che sarebbe meglio chiarire all'interno di un contesto culturale come quello di un museo.
Salvo questa ultima critica, consiglio a tutti una visita al Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora, rimarrete intrappolati nelle sue piccole stanzette e nella sua antica magia!
Se volete dare un'occhiata più da vicino al Museo e approfondire il mio articolo, potete esplorare il bellissimo sito ufficiale, eccolo qui: http://www.museotriora.it/
triora....prima e poi ci devo andare, mi attira troppo.
RispondiEliminaE' proprio un bel paesino! Io lo adoro, potessi sarei tutti i giorni lì ;) straconsigliato!
Eliminal'ho aggiunta alle mie mete :D Si, ho una WL anche sui posti che voglio vedere :P
RispondiEliminaAnche io dovrei farmi una WL per i posti da visitare, mi hai dato una bella idea =P
EliminaComunque Triora è proprio magica <3