lunedì 9 febbraio 2015

Recensione: "La fabbrica delle meraviglie" di Sharon Cameron


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco! 
Oggi vi parlo di un libro che molti di voi conosceranno, ringrazio la Mondadori per avermelo inviato =)


Autore: Sharon Cameron
Editore: Mondadori
Pagine: 304
Prezzo:  17,00 euro

Trama: In una notte di nebbia Katharine arriva in una misteriosa tenuta vittoriana con l'incarico di controllare che l'eccentrico zio George non stia dilapidando il patrimonio di famiglia. Convinta di incontrare un uomo sull'orlo della follia scopre invece che lo zio è un geniale inventore e sostenta una vivace comunità persone straordinarie come lui, salvate dai bassifondi di Londra. Aiutato dal giovane e affascinante Lane, George realizza creazioni fantasmagoriche: pesci meccanici, bambole che suonano il pianoforte e orologi dai mille ingranaggi. Ma Katharine comprende ben presto che una trama di interessi oscuri minaccia il suo mondo pieno di meraviglie e, forse, il destino di tutta l'Inghilterra.

Voto:
Recensione:
Ammetto che non sapevo bene cosa aspettarmi da questo romanzo d'esordio quando ho letto l'anteprima che lo riguardava; la trama si sbilancia poco e sono rimasta catturata dalla copertina, a mio parere davvero molto carina, ed ero curiosa di leggere un libro di genere steampunk, poiché l'unico romanzo appartenente al genere che io abbia letto è "Il sogno della Bella Addormentata" di Luca Centi.
Devo dire, purtroppo, di essere rimasta delusa dalla componente steampunk di questo libro, troppo debole e poco descritta per poter essere decisiva. Si perdoni la mia ignoranza in materia, ma credo che per definirsi tale, un romanzo steampunk debba descrivere meglio e in modo più approfondito la parte riguardante la tecnologia e i fantasiosi macchinari presentati nelle sue pagine.
Come si evince dalla trama, la protagonista di "La fabbrica delle meraviglie" è Katharine Tulman, una giovane donna orfana di entrambi i genitori che vive insieme al cugino, non ancora maggiorenne, e all'avida zia. A Katharine spetta un futuro incerto, poiché i genitori l'hanno lasciata senza un'eredità, e lei è costretta a svolgere il ruolo di contabile presso la casa della zia paterna sperando che, alla sua morte, possa continuare ad avere protezione sotto il tetto della casa del cugino. Essendo colei che si occupa di far tornare i conti in famiglia, a Katharine viene assegnato il compito di recarsi a Stranwyne, dove vive il fratello di suo padre, che pare stia sperperando inesorabilmente tutto il denaro che spetta per eredità al giovane cugino. Zio Tully, come viene confidenzialmente chiamato dai parenti più prossimi e dai suoi fedeli amici, è un genio dei numeri, un inventore formidabile, ma la sua genialità sembra spesso sconfinare nella pazzia. Con la sua visita, Katharine dovrebbe dimostrare l'infermità mentale dello zio e la sua conseguente incapacità di occuparsi delle finanze, permettendo così di affidarlo alle cure di un manicomio. Trascorrendo un mese a Stranwyne, tra stanze polverose e dimenticate da tempo, laboratori traboccanti di invenzioni, giocattoli fantasiosi e sale da ballo ormai inutilizzate, Katharine imparerà a trovare il suo posto nel mondo, a distinguete ciò che è giusto e ciò che invece non lo è e a prendere una posizione ben precisa, staccando i fili che la vedevano come una marionetta nelle mani della zia e imboccando strade inaspettate.
La storia presentata da Sharon Cameron è piuttosto semplice e resta statica per la gran parte della durata del romanzo; i colpi di scena non mancano, ma sono riservati esclusivamente alla seconda metà del libro. Non sono rimasta sorpresa dalla piega che hanno preso gli eventi, li ho anticipati quasi tutti, e, non potendomi certo definire una lettrice particolarmente perspicace, devo dedurre che l'autrice abbia usato male le carte a sua disposizione, disseminando la sua storia di indizi forse troppo evidenti.
Il romanzo aveva delle potenzialità che, a mio parere, non sono state sfruttate al meglio, tant'è che non ho potuto considerare "La fabbrica delle meraviglie" una lettura del tutto scorrevole e leggera, più che altro per il linguaggio utilizzato e, in secondo luogo, perché troppo lento nella prima parte. E' vero, l'autrice instilla fin da subito il seme della curiosità nel lettore, inserendo dei piccoli misteri che genereranno interesse, ma il tentativo risulta piuttosto debole.
Parlando invece del linguaggio, sono rimasta stupita dallo stile di questa autrice, e non positivamente purtroppo. Il suo è uno stile ricco di similitudini e metafore, fronzoli non solo inutili e a lungo andare pesanti, ma spesso anche inverosimili. Il linguaggio è esagerato, non saprei come definirlo altrimenti, più di una volta mi sono ritrovata a sorridere per delle figure retoriche del tutto insensate e l'uso di vocaboli in modo inappropriato. E' chiaro l'intento dell'autrice di voler imitare uno stile classico dai toni altisonanti, ma fallisce nel suo intento finendo per diventare perfino ridicolo.
Per quanto riguarda i personaggi, posso dire di non essermi affezionata davvero a nessuno di loro: restano insipidi, piatti e privi di un'evoluzione, eccezion fatta per la protagonista.
Katharine, che nelle prime pagine mi era parsa insopportabile e un po' troppo altezzosa, migliora con il procedere della storia, affermando il suo carattere e prendendo le redini della sua vita. Tuttavia, non ha niente a che vedere con Jane Eyre, la protagonista del romanzo omonimo a cui viene paragonata sulla copertina. Katharine, a mio parere, resta piuttosto piatta, priva di un vero spessore psicologico. Non ha la forza d'animo di Jane Eyre e non ne condivide neppure i profondi pensieri.
Ho apprezzato Lane, l'assitente dello zio Tully, anche se credo che il suo personaggio potesse essere approfondito meglio. Lo zio Tully, dal canto suo, mi ha ricordato a tratti il Cappellaio Matto di "Alice nel Paese delle Meraviglie", ma nelle sue stranezze c'è un fondo di logica, a differenza dell'illustre personaggio inventato da Lewis Carroll.
Il romanzo di Sharon Cameron parla di avidità, del confine tra salute e malattia mentale, di lotte per il potere. Se amate questo genere di storie potreste trovare interessante leggere questo libro, anche se vi consiglierei comunque di non aspettarvi un capolavoro. "La fabbrica delle meraviglie" è il primo di una serie anche se, fortunatamente, in questo primo capitolo la storia riesce a trovare una sua conclusione, almeno in parte. Non credo che leggerò il seguito, avendo trovato questo primo capitolo molto insipido; mi ha coinvolta davvero solo nelle ultime cento pagine, motivo per cui non mi sento di bocciarlo completamente, anche perché credo possa essere apprezzato più facilmente da un pubblico di lettori più "ingenui" e giovani di me.

Che ne pensate? Lo leggerete?



12 commenti:

  1. Mmm... la tua descrizione dello zio Tully mi ha sicuramente incuriosito (chi è che non sogna di avere una specie di Cappellaio Matto come zio?! Voglio dire, con lui le cene in famiglia la sera della vigilia di Natale sarebbero tutta un'altra storia! XD), anche se naturalmente le tue riserve su ambientazione e personaggi continuano a farmi pensare...
    Credo che farò un tentativo, cercando magari di non coltivare aspettative troppo esagerate! In fondo, se una specie di conclusione comunque c'è, nella peggiore delle ipotesi non saremmo "obbligate" neppure a leggere il sequel, giusto?! ;D

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    1. Lo zio Tully è un bel personaggio, anche se purtroppo, come ho avuto modo di dire, non viene approfondito a sufficienza. Non compare neanche così spesso, a dire il vero, mi aspettavo che avesse un ruolo più da protagonista. Fai bene a fare un tentativo, d'altronde i miei sono solo pareri personali ;) è sempre giusto farsi una propria opinione dei libri, senza affidarsi troppo al parere altrui =) quello che a me può sembrare poco valido, scontato e insipido per altri potrebbe essere invece una piacevole scoperta ;) E hai ragione anche sull'ultimo punto, perchè io non ho intenzione di leggere il seguito =P

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  2. Noooo che peccato!! Non so se lo leggerò, magari se lo troverò in biblioteca e non avrò altre letture con maggiore priorità gli darò una possibilità; purtroppo tutte quelle che hai evidenziato sono caratteristiche che mi innervosiscono molto perché significa che il romanzo è approssimativo e superficiale... e i libri così mi infastidiscono molto!

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    1. Se lo trovi in biblioteca ti consiglio di provare, male che vada lo restituisci e non ti sei fatta alcun danno =P però non ti consiglierei di comprarlo, ecco. Poi ovviamente come dicevo anche nel commento precedente, io consiglio sempre di farsi una propria opinione dei libri che recensisco, fammi sapere cosa avrai deciso ;)

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  3. E pensare che ha una copertina meravigliosa .. E' stato il primo che ho notato tra i tantissimi libri del settore libri di dove lavoro io. Stavo quasi per prenderlo. Allora mi fido del tuo giudizio! ^^
    A presto .. Dream Teller ^^

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    1. Magari potrebbe piacerti, chissà! =P alla fine questo era il mio modestissimo parere, non una verità assoluta. Se lo prendi però non aspettarti chissà cosa, almeno, nel caso, non ne rimarrai troppo delusa.

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  4. Mmm non so, ha qualcosa che mi attira!!

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Anche se hai cancellato il commento, io ti rispondo lo stesso...
      Io non gioco mai nelle mie recensioni, tanto meno a fare la critica, che per altro non sono e non mi arrogherei mai il diritto di considerarmi tale.
      Ognuno ha i suoi gusti, a me questo libro non ha lasciato niente e l'ho trovato piuttosto ingenuo, soprattutto dal punto di vista formale. Ho lavorato su alcuni testi e so che alcune cose i questo libro potevano essere migliorate. Tralasciando la storia, che a mio parere lascia un po' a desiderare così come lo spessore dei personaggi, a me ha infastidito abbastanza il modo di scrivere di questa autrice. Ciò non toglie che qualcuno possa godersi la lettura meglio di quanto sia riuscita a fare io.
      Le mie critiche sono sempre costruttive comunque, e sempre molto molto sincere.
      Tolto questo, il seguito c'è, mi sono informata prima di pubblicare la recensione, altrimenti non l'avrei scritto.

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  6. A me è piaciuto tanto, non vedo l'ora di leggere il seguito.

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    1. Sono contenta per te =) Io non leggerò il seguito, dato che questo primo capitolo non mi ha entusiasmata.

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