mercoledì 2 ottobre 2013

Recensione: "Il bosco di nessuno di voi" di Federico Pagliai


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Contro ognni aspettativa, sono riuscita a finire questo libro in tempo, per cui torno sul blog con una nuova recensione, finalmente! Ringrazio molto la Fabbri Editore per avermi spedito questo libro, permettendomi così di leggerlo. E adesso bando alle ciance, cominciamo =)

Autore: Federico Pagliai
Titolo: Il bosco di nessuno di voi - 
Piccole apocalissi per chi ama gli animali e la montagna
Editore: Fabbri Editori
Pagine: 284
Prezzo: 15,00 euro

Trama: "Il bosco di nessuno di voi" non è propriamente un luogo ma un'altra parte che ciascuno può interpretare e sentire come crede. Il libro - inconcluso per definizione perché il girotondo degli animali che lo popolano è infinito racconta di un incanto senza tempo dove lo spirito di osservazione sulla natura si mescola, nell'autore e nel lettore, con la voglia e la determinazione di dimenticare la civiltà, di buttar via l'orologio e di qui, in definitiva, tutto il resto. Un gatto che gira randagio per il bosco, un pipistrello che si cruccia di non saper cantare, un cuculo che quel problema non ha, un riccio che non vuole esserlo, un'upupa tutta di un pezzo, un frassino che litiga con un faggio e l'immancabile ghiro innamorato. Così le scene del bosco di Federico Pagliai non hanno memoria né coscienza della nostra realtà, ma più entriamo in quelle maglie invisibili più ci diventa insopportabile la vita che siamo costretti o abbiamo scelto di vivere. Il paese Italia, corrotto, indebitato, offeso dal cemento ci pare una mostruosità rispetto a quel mondo antico che ci raccontano le stagioni, le montagne, le piante e la vita nei campi e l'allevamento del bestiame. Pagliai è un uomo che dedica tutta la sua vita alla montagna e ce la riporta con la sua dolcezza e la sua crudeltà. Così il "mondo che gira" male viene sommerso dalle voci degli animali, da miliardi di alberi che respirano e, finalmente, dalla libertà.

Voto:
Recensione: 
"Il bosco di nessuno di voi" è un libro che racchiude in sé diverse storie, favole forse, oppure echi di un mondo lontano che non ci appartiene più, sussurrate dai boschi, dalle montagne e dagli animali. Il libro ha un titolo insolito, che sulle prime non ho compreso fino in fondo; la sua essenza viene spiegata nelle prime pagine del libro, in cui il lettore si ritrova a "spiare" (sì, perchè è questa la sensazione che dà la scrittura di Pagliai) un uomo che percorre i sentieri di un bosco, il suo bosco, quello che appunto non è di nessuno di noi. Eppure quello stesso uomo sembra rappresentarci in quel suo vagare tra le felci, restando in ascolto delle voci del bosco che gli raccontano storie di animali, di persone, di alberi. Ed è così che si dipartono le undici storie di questo libro, ambientate nelle montagne pistoiesi, sull'Appennino tosco-emiliano, tutte con una morale alle spalle e tutte hanno come filo conduttore il bosco o la Natura, nella sua misteriosa, imperscrutabile maestosità.
Pagliai dedica il suo libro "a chi non si conosce mai abbastanza", indicando fin dalla dedica l'intento morale di questo suo scritto, che vuole essere un percorso interiore verso la conoscenza e la consapevolezza.
Lo stile dell'autore è molto particolare, ha saputo colpirmi entrandomi sotto la pelle per giungermi fino al cuore. Il linguaggio usato da Pagliai è di una semplicità disarmante, così come lo sono le scene di vita naturale che egli racconta. Eppure ogni parola è scelta con cura, cosicchè l'insieme risulti musicale, armonioso, poetico. Sembra proprio di leggere una raccolta di favole, semplici e genuine. Talvolta il linguaggio usato dall'autore si fa più colloquiale, a tratti ironico e sarcastico, ma il tutto è sempre contornato dalla semplicità, che spiazza il lettore rendendolo prima partecipe dell'atmosfera fiabesca e tramortendolo poi con la rivelazione (nascosta) della morale.
Il ritmo della narrazione è lento e veloce al tempo stesso, come se fosse ritmato dal susseguirsi delle stagioni. Nonostante le storie che compongono questo libro non siano esattamente brevi, si lasciano leggere velocemente, e il lettore diviene avido di conoscerne il finale.
Protagonisti dei racconti scritti da Pagliai sono animali, piante e persone. I primi due assumono caratteri tipicamente umani a seconda dell'occorrenza.
I temi che costellano questo libro sono molti, e tutti davvero profondi. Con i suoi racconti l'autore vuole dare importanza alla vita, quella vera, fatta di sacrifici, sogni, dolori, gioie... Per fare tutto questo, Pagliai si serve degi abitanti del bosco che incontra lungo il suo girovagare, rendendoli protagonisti delle storie che intende raccontare, come fossero attori sul palcoscenico di un grande teatro.
In questo peregrinare di storia in storia, apprendiamo l'importanza della montagna e della vita naturale che ormai non ci appartiene più.
Uno dei temi che ricorre nei racconti di Pagliai è l'amore, quello coniugale, quello di una madre verso il figlio, quello ossessivo, quello che arricchisce l'anima, quello per la propria terra... L'amore è descritto in tutte le sue sfumature e diviene quasi il perno attorno al quale ruotano le vicende narrate.
Il mondo genuino descritto da Pagliai non può che colpire il lettore, offrendogli spunti di riflessione non indifferenti. Ogni racconto è velato da nostalgica malinconia, sentimento che riempie il cuore del lettore, rendendolo consapevole delle brutture del mondo moderno, delle conseguenze del male di vivere, e della bellezza della vita vissuta e goduta a pieno, la vita con i suoi valori e le sue difficoltà. Un crescendo di emozioni insomma, che nuotano nello stomaco del lettore per essere poi metabolizzate e giungere fino al cuore, esplodendo come fuochi d'artificio. Sono storie delicatamente profonde quelle narrateci da Federico Pagliai, storie di nessuno di noi, ma nelle quali non sarà difficile immedesimarsi ed uscirne cambiati.
Il libro si rivolge ad un pubblico adulto, per via dei temi importanti in esso incastonati, ma può essere goduto anche dai più giovani.
Lo consiglio a chi desidera una lettura fresca come il vento autunnale, pungente come il gelo d'inverno, che nasconda in sé la promessa della primavera e dei frutti dell'estate. Lo consiglio vivamente a chi ama la montagna e la vita naturale, nonchè a tutti coloro che credono che nella vita ci sia sempre qualcosa da imparare.

Citazioni:

- Buttare via tempo nelle attese è più doloroso della perdita stessa. Creandoti aspettative, rinunci all'autentico valore della vita: il presente. Gli uomini, mi pare di capire, sono più stupidi di noi animali, se è vero che si affannano di continuo a scordarsi del presente.
- In amore la timidezza è un sentimento che impreziosisce la storia: ogni attimo è vissuto con rispettosa prudenza, con una sensibilità e un'intensità particolari. Spesso sono relazioni che il tempo può impolverare, ma non scalfire.
- L'Italia è lunga. Ma è anche tanto corta quando uomini distanti centinaia di chilometri riempiono le giornate con gli stessi gesti, fatiche, valori.



Voi che ne pensate? Lo leggerete?







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