Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Torno sul blog con una nuova recensione. Ringrazio gli autori e la Erga Edizioni per avermelo mandato!
Autore: Sandro de Benedetti e Raffaele Cojana
Editore: Erga Edizioni
Pagine: 295
Prezzo: 10,00 euro
Trama: Nella Città della luce, nel IX secolo d.C., l’astronomo arabo al-Khwârizmî durante la congiunzione astrale di Cassiopea con Andromeda rivela un segreto al suo giovane figlio adottivo. Segreto che riappare a Gerusalemme, due secoli dopo, quando i Crociati conquistano Gerusalemme, e Guglielmo l’Embriaco, ammiraglio dei Genovesi, entra in possesso di una preziosissima mappa. Dopo 500 anni si tiene a Genova il processo alle streghe di Triora. E dopo altri 500 anni un prete officia il funerale di un noto banchiere che ha solo finto di morire, mentre un fotografo profana una tomba nel cimitero di Staglieno e trova un’antichissima reliquia; forze oscure trascinano la protagonista esperta d’arte, Beatrice, in una spirale di lutti e violenza... E dovrà fare i conti con tutti questi eventi perché la congiunzione è in atto e la tenebra avanza. |
Voto:
Recensione:
Recensire questo romanzo non sarà per nulla facile, ma ci proverò.
"Il bacio di Cassiopea", come si evince dalla copertina, è un noir esoterico, un fantasy al cui interno trovano spazio eventi e personaggi storici, ambientato prevalentemente nella città di Genova e nei suoi più immediati dintorni. Non sapevo cosa avrei trovato in questo libro né cosa aspettarmi esattamente e, se da una parte sono rimasta sorpresa della lettura che si è presentata davanti ai miei occhi, dall'altra la storia non ha saputo soddisfarmi, ma andiamo con ordine.
Dal punto di vista formale, il libro appare piuttosto ben curato. Il linguaggio ha una sua particolarità; il registro linguistico si presenta in modo piuttosto elevato, soprattutto nella narrazione di eventi passati, trasformandosi in uno stile più informale e contemporaneo quando l'attenzione dei due autori si concentra sulle narrazioni del presente. Buono anche l'utilizzo del vocabolario, da questo punto di vista il romanzo non è certo sterile. Sandro de Benedetti e Raffaele Cojana hanno dimostrato con "Il bacio di Cassiopea" di avere una buona cultura di base e un'altrettanto approfondita documentazione, cosa che ha permesso loro di descrivere con lucidità e cognizione di causa i luoghi esoterici, le vicende storiche e i personaggi realmente esistiti.
Purtroppo ho trovato qualche piccolo errore di distrazione all'interno del testo, ma nulla di grave né di particolarmente fastidioso.
Ho apprezzato l'idea di inserire in mezzo al testo le foto in bianco e nero dei luoghi in cui sono state ambientate le vicende, il che permette al lettore estraneo alla realtà genovese e dei suoi dintorni di farsi un'idea delle zone descritte dagli autori.
A proposito di descrizioni, non essendo pratica di Genova e dei suoi luoghi più misteriosi e magici, devo dire di essere riuscita poco a entrare nelle atmosfere dei luoghi; a mio parere gli autori avrebbero dovuto soffermarsi un po' di più sulle descrizioni delle ambientazioni, anche dal punto di vista storico-culturale, sfruttando meglio, dunque, la loro evidente documentazione e la loro conoscenza dei vicoli genovesi, dei monumenti da loro nominati e di tutti quei luoghi che il lettore estraneo a Genova fatica a immaginarsi.
A ogni modo, ho apprezzo molto l'intento di voler valorizzare i luoghi segreti e non di Genova, insieme agli eventi storici salienti che l'hanno resa una città ricca di cultura e fascino. Spesso infatti si sente parlare di altre città, come Torino, Barcellona, Milano, Venezia... in pochi però si sono concentrati sulla città di Genova, confrontandosi con il suo lato misterioso e segreto, e questo è un punto a favore di questi autori, che hanno saputo valorizzare la loro città.
Parliamo adesso della storia e dei personaggi, quelli che determinano maggiormente il romanzo.
La trama si spiega al lettore in modo non del tutto lineare. Soprattutto per quanto concerne la prima metà del romanzo, sono frequenti i capitoli riguardanti la storia passata, ponendo un accento sulle crociate in terra santa e su alcuni episodi della storia genovese ampiamente documentata, come quella del processo alle streghe di Triora. Questi capitoli storici non sono presentati in ordine cronologico e si alternano alla narrazione al presente, permettendo al lettore di conoscere qualcosa in più riguardo il mistero che fin dalle primissime pagine gli si presenta davanti agli occhi, anche se in modo un po' confusionario.
La curiosità di svelare i misteri che si pongono dinnanzi al lettore lo spingono a procedere piuttosto velocemente nella lettura, nella speranza di trovare disseminati qua e là gli indizi che porteranno alla conclusione del romanzo e alla soluzione degli enigmi. Tali indizi, tuttavia, sono talmente ben nascosti che non mi hanno permesso di godere appieno della lettura, facendo calare la mia curiosità dopo la prima metà del romanzo. E' giusto mantenere il mistero, ma alcune cose avrebbero dovuto trovare un minimo di sistemazione prima del finale, a mio parere; la storia mi ha in più punti confusa, tant'è che a lettura finita ho deciso di rileggere le parti salienti del romanzo per ricercare gli indizi che forse mi ero persa. Con la rilettura, ho avuto modo di apprezzare meglio la storia contenuta in "Il bacio di Cassiopea", gli autori hanno dimostrato di sapere fin dall'inizio dove volessero andare a parare e di avere ben presente il finale e lo svolgimento delle vicende, fattore essenziale in un romanzo come il loro, che mescola le atmosfere dei gialli con i fatti storici e la fantasia. L'aver premeditato nei minimi dettagli la trama prima di scrivere la storia, tuttavia, non ha ottenuto il risultato sperato, forse, perché il romanzo resta troppo criptico in alcuni punti, dove invece dovrebbe rivelare di più.
Anche i personaggi mi sono rimasti poco nel cuore. A Beatrice, protagonista del romanzo, ho preferito di gran lunga il Commissario Lucia Corvo, che ha dimostrato più spessore caratteriale della prima. Simpatico anche il suo vice, Mancuso, che per il suo essere puntiglioso e dai modi bruschi mi ha suscitato qualche mezzo sorriso. Non mi sono affezionata davvero a nessuno di loro, sintomo del fatto che forse avrebbero necessitato di una caratterizzazione maggiore.
In definitiva, "Il bacio di Cassiopea" è un romanzo che mescola realtà e fantasia, storia e invenzione, religione e magia, che potrà coinvolgere gli appassionati dell'occultismo e dell'esoterismo. Lo consiglio in particolar modo ai genovesi, che sicuramente sapranno destreggiarsi meglio tra i luoghi narrati dagli autori. E' un romanzo con un buon potenziale, anche se credo andasse affinata un po' la tecnica narrativa. Complimenti ai due autori per il grande lavoro di documentazione alla base, dalle pagine del loro libro mi è arrivato il loro amore per il genovesato, ribadisco tuttavia che alcune parti dovessero essere limate di più.
"Il bacio di Cassiopea", come si evince dalla copertina, è un noir esoterico, un fantasy al cui interno trovano spazio eventi e personaggi storici, ambientato prevalentemente nella città di Genova e nei suoi più immediati dintorni. Non sapevo cosa avrei trovato in questo libro né cosa aspettarmi esattamente e, se da una parte sono rimasta sorpresa della lettura che si è presentata davanti ai miei occhi, dall'altra la storia non ha saputo soddisfarmi, ma andiamo con ordine.
Dal punto di vista formale, il libro appare piuttosto ben curato. Il linguaggio ha una sua particolarità; il registro linguistico si presenta in modo piuttosto elevato, soprattutto nella narrazione di eventi passati, trasformandosi in uno stile più informale e contemporaneo quando l'attenzione dei due autori si concentra sulle narrazioni del presente. Buono anche l'utilizzo del vocabolario, da questo punto di vista il romanzo non è certo sterile. Sandro de Benedetti e Raffaele Cojana hanno dimostrato con "Il bacio di Cassiopea" di avere una buona cultura di base e un'altrettanto approfondita documentazione, cosa che ha permesso loro di descrivere con lucidità e cognizione di causa i luoghi esoterici, le vicende storiche e i personaggi realmente esistiti.
Castello della Pietra di Vobbia, uno dei luoghi del romanzo |
Ho apprezzato l'idea di inserire in mezzo al testo le foto in bianco e nero dei luoghi in cui sono state ambientate le vicende, il che permette al lettore estraneo alla realtà genovese e dei suoi dintorni di farsi un'idea delle zone descritte dagli autori.
A proposito di descrizioni, non essendo pratica di Genova e dei suoi luoghi più misteriosi e magici, devo dire di essere riuscita poco a entrare nelle atmosfere dei luoghi; a mio parere gli autori avrebbero dovuto soffermarsi un po' di più sulle descrizioni delle ambientazioni, anche dal punto di vista storico-culturale, sfruttando meglio, dunque, la loro evidente documentazione e la loro conoscenza dei vicoli genovesi, dei monumenti da loro nominati e di tutti quei luoghi che il lettore estraneo a Genova fatica a immaginarsi.
A ogni modo, ho apprezzo molto l'intento di voler valorizzare i luoghi segreti e non di Genova, insieme agli eventi storici salienti che l'hanno resa una città ricca di cultura e fascino. Spesso infatti si sente parlare di altre città, come Torino, Barcellona, Milano, Venezia... in pochi però si sono concentrati sulla città di Genova, confrontandosi con il suo lato misterioso e segreto, e questo è un punto a favore di questi autori, che hanno saputo valorizzare la loro città.
Parliamo adesso della storia e dei personaggi, quelli che determinano maggiormente il romanzo.
La trama si spiega al lettore in modo non del tutto lineare. Soprattutto per quanto concerne la prima metà del romanzo, sono frequenti i capitoli riguardanti la storia passata, ponendo un accento sulle crociate in terra santa e su alcuni episodi della storia genovese ampiamente documentata, come quella del processo alle streghe di Triora. Questi capitoli storici non sono presentati in ordine cronologico e si alternano alla narrazione al presente, permettendo al lettore di conoscere qualcosa in più riguardo il mistero che fin dalle primissime pagine gli si presenta davanti agli occhi, anche se in modo un po' confusionario.
Statua del cimitero monumentale di Staglieno |
Anche i personaggi mi sono rimasti poco nel cuore. A Beatrice, protagonista del romanzo, ho preferito di gran lunga il Commissario Lucia Corvo, che ha dimostrato più spessore caratteriale della prima. Simpatico anche il suo vice, Mancuso, che per il suo essere puntiglioso e dai modi bruschi mi ha suscitato qualche mezzo sorriso. Non mi sono affezionata davvero a nessuno di loro, sintomo del fatto che forse avrebbero necessitato di una caratterizzazione maggiore.
In definitiva, "Il bacio di Cassiopea" è un romanzo che mescola realtà e fantasia, storia e invenzione, religione e magia, che potrà coinvolgere gli appassionati dell'occultismo e dell'esoterismo. Lo consiglio in particolar modo ai genovesi, che sicuramente sapranno destreggiarsi meglio tra i luoghi narrati dagli autori. E' un romanzo con un buon potenziale, anche se credo andasse affinata un po' la tecnica narrativa. Complimenti ai due autori per il grande lavoro di documentazione alla base, dalle pagine del loro libro mi è arrivato il loro amore per il genovesato, ribadisco tuttavia che alcune parti dovessero essere limate di più.
Che ne pensate? Lo avete letto?
Non so, devi dirti che non mi attrae particolarmente D:
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