Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Eccomi di nuovo qua con una nuova recensione, questa volta di un libro molto particolare e di un autore italiano per di più. Mi era stato consigliato qualche mese fa e, trovandolo in libreria, non me lo sono lasciato sfuggire. Eccovi dunque il mio commento.
Autore: Francesco Barbi
Editore: Campanila
Pagine: 432
Prezzo: 9,90 euro
Trama: Nessuno ha più messo piede nella torre del negromante Ar-Gular da quando la costruzione è stata sigillata dai Guardiani dell'Equilibrio. Nessuno fino ad ora... Una rissa in locanda, la profanazione di una tomba, una scommessa insolita e un libro arcano conducono il becchino storpio di Tilos alla torre maledetta, dove lo attende uno straordinario ritrovamento che legherà il suo destino a quello del boia di Giloc, un demone ancestrale imprigionato da secoli nel "Buco". In un mondo grottesco e sanguinario che rievoca l'atmosfera cupa dell'Alto Medioevo si snodano le vicende di una compagine di personaggi bizzarri, protagonisti di una trama incalzante, ricca di situazioni rocambolesche e sorprendenti colpi di scena. Suspense, tenerezza, horror e ilarità convivono in questo originale romanzo tra il gotico e il fantasy, lontano dagli stereotipi e fruibile a più livelli di lettura, appassionando così sia gli adulti che i ragazzi. |
Voto:
Recensione
"L'acchiapparatti di Tilos" è sicuramente un libro particolare, che non potrà restare indifferente ai lettori. Francesco Barbi infatti, ha saputo portare una ventata d'aria fresca nel panorama fantasy italiano. Il suo romanzo si discosta dai canoni del fantasy tradizionale e Barbi ci presenta personaggi insoliti, scarti della società, persone prive di scrupoli e, talvolta, anche di senno. Ho trovato notevole questo libro, che ha costituito il suo esordio letterario.
Il linguaggio utilizzato dall'autore è piuttosto semplice, anche se il vocabolario di Barbi è comunque molto ricco; il tutto resta comunque molto scorrevole.
Lo stile è particolare; per via delle vicende narrate, la storia assume spesso delle tinte fosche, l'atmosfera creata da Barbi è quindi misteriosa, quasi gotica.
Il ritmo del romanzo è incalzante, il libro si lascia leggere velocemente, soprattutto superata la prima metà, quando i nodi cominciano a venire al pettine e il lettore inizia a comprende di più i dettagli della storia.
Le descrizioni sono esaustive e dettagliate al punto giusto, senza mai risultare pesanti né troppo lunghe.
Come già accennato poco sopra, i personaggi sono il vero punto forte dell'intero romanzo. Barbi sceglie per la sua storia personaggi del tutto insoliti, difficilmente presi in considerazione dalla letteratura; sono per lo più scarti della società, privi di scrupoli e di un qualsiasi principio morale.
I protagonisti di questa storia sono un becchino storpio e opportunista, che farebbe qualunque cosa pur di raggiungere i suoi scopi; il matto del villaggio al quale sembra proprio mancare qualche rotella, che per non essere tagliato fuori dalla società si inventa un mestiere tutto suo diventando acchiapparatti; una prostituta golosa di cibo, un gigante che parla solo tramite proverbi e un misterioso cacciatore di taglie sfigurato. Tutti, dal primo all'ultimo, hanno caratteri ben delineati dall'autore, e ognuno svolge il suo importante ruolo. Ho apprezzato molto la scelta di Barbi di prendere in considerazione personaggi sconsiderati, rendendo così il suo romanzo originale. Il mio preferito in assoluto rimane Zaccaria Narrish, l'acchiapparatti, che finisce per sorprendere il lettore più di una volta. I suoi modi di fare e il suo battibeccarsi con Ghescik (il becchino storpio) mi hanno fatto più volte sorridere durante la lettura, accrescendo il mio sentimento di simpatia nei suoi confronti. Molte sono le scene esilaranti in questo low fantasy, ho apprezzato molto lo humor dell'autore, che contrasta molto con le scene cupe e orrorifiche dedicate al mietitore di Giloc. L'autore ha scelto dunque una buona alternanza tra allegria e serietà, coinvolgendo positivamente il lettore in ogni fase della storia e sciogliendo un po' la tensione con le scene d'ilarità.
All'interno di questo romanzo sono ravvisabili diversi significati, più o meno nascosti. La morale de "L'acchiapparatti di Tilos" può essere riassunta nel seguente proverbio: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. L'autore denuncia qui il desiderio di immortalità che corrompe l'animo umano, tema che mi ha riportato alla mente per certi versi "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde. Lo stregone Ar-Gular, pur di ottenere la vita eterna e di non vedere il suo corpo macchiarsi con i segni della vecchiaia e la sua anima imputridirsi per via delle scelleratezze compiute, plasma un essere mostruoso, che rispecchia il male insito nell'essere umano. Ed ecco quindi introdursi un nuovo tema: spesso l'uomo utilizza la sua intelligenza per raggiungere scopi mostruosi e compiendo azioni orribili.
La trama si presenta piuttosto lineare, tuttavia non è priva di colpi di scena. La storia culmina poi in un finale dolce e amaro al tempo stesso, che mi ha fatto rimpiangere il fatto di non poter far comparire altre pagine. Questo romanzo è seguito da "Il burattinaio", che non ho ancora avuto il piacere di leggere, purtroppo però è fuori catalogo a causa del fallimento della casa editrice.
"L'acchiapparatti di Tilos" si rivolge a un pubblico di adulti e ragazzi; lo consiglio a chi ama il genere fantasy, a chi ha voglia di leggere un libro italiano ben scritto ed originale e a chi desidera tuffarsi in una storia che sappia strappare qualche risata, seppure le atmosfere del romanzo restino piuttosto cupe.
Il linguaggio utilizzato dall'autore è piuttosto semplice, anche se il vocabolario di Barbi è comunque molto ricco; il tutto resta comunque molto scorrevole.
Lo stile è particolare; per via delle vicende narrate, la storia assume spesso delle tinte fosche, l'atmosfera creata da Barbi è quindi misteriosa, quasi gotica.
Il ritmo del romanzo è incalzante, il libro si lascia leggere velocemente, soprattutto superata la prima metà, quando i nodi cominciano a venire al pettine e il lettore inizia a comprende di più i dettagli della storia.
Le descrizioni sono esaustive e dettagliate al punto giusto, senza mai risultare pesanti né troppo lunghe.
Come già accennato poco sopra, i personaggi sono il vero punto forte dell'intero romanzo. Barbi sceglie per la sua storia personaggi del tutto insoliti, difficilmente presi in considerazione dalla letteratura; sono per lo più scarti della società, privi di scrupoli e di un qualsiasi principio morale.
I protagonisti di questa storia sono un becchino storpio e opportunista, che farebbe qualunque cosa pur di raggiungere i suoi scopi; il matto del villaggio al quale sembra proprio mancare qualche rotella, che per non essere tagliato fuori dalla società si inventa un mestiere tutto suo diventando acchiapparatti; una prostituta golosa di cibo, un gigante che parla solo tramite proverbi e un misterioso cacciatore di taglie sfigurato. Tutti, dal primo all'ultimo, hanno caratteri ben delineati dall'autore, e ognuno svolge il suo importante ruolo. Ho apprezzato molto la scelta di Barbi di prendere in considerazione personaggi sconsiderati, rendendo così il suo romanzo originale. Il mio preferito in assoluto rimane Zaccaria Narrish, l'acchiapparatti, che finisce per sorprendere il lettore più di una volta. I suoi modi di fare e il suo battibeccarsi con Ghescik (il becchino storpio) mi hanno fatto più volte sorridere durante la lettura, accrescendo il mio sentimento di simpatia nei suoi confronti. Molte sono le scene esilaranti in questo low fantasy, ho apprezzato molto lo humor dell'autore, che contrasta molto con le scene cupe e orrorifiche dedicate al mietitore di Giloc. L'autore ha scelto dunque una buona alternanza tra allegria e serietà, coinvolgendo positivamente il lettore in ogni fase della storia e sciogliendo un po' la tensione con le scene d'ilarità.
All'interno di questo romanzo sono ravvisabili diversi significati, più o meno nascosti. La morale de "L'acchiapparatti di Tilos" può essere riassunta nel seguente proverbio: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. L'autore denuncia qui il desiderio di immortalità che corrompe l'animo umano, tema che mi ha riportato alla mente per certi versi "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde. Lo stregone Ar-Gular, pur di ottenere la vita eterna e di non vedere il suo corpo macchiarsi con i segni della vecchiaia e la sua anima imputridirsi per via delle scelleratezze compiute, plasma un essere mostruoso, che rispecchia il male insito nell'essere umano. Ed ecco quindi introdursi un nuovo tema: spesso l'uomo utilizza la sua intelligenza per raggiungere scopi mostruosi e compiendo azioni orribili.
La trama si presenta piuttosto lineare, tuttavia non è priva di colpi di scena. La storia culmina poi in un finale dolce e amaro al tempo stesso, che mi ha fatto rimpiangere il fatto di non poter far comparire altre pagine. Questo romanzo è seguito da "Il burattinaio", che non ho ancora avuto il piacere di leggere, purtroppo però è fuori catalogo a causa del fallimento della casa editrice.
"L'acchiapparatti di Tilos" si rivolge a un pubblico di adulti e ragazzi; lo consiglio a chi ama il genere fantasy, a chi ha voglia di leggere un libro italiano ben scritto ed originale e a chi desidera tuffarsi in una storia che sappia strappare qualche risata, seppure le atmosfere del romanzo restino piuttosto cupe.
Voi che ne pensate? Lo avete letto?
Ciao Mirial sono tua follower di vecchia data - ti ricordi il Rifugio degli Elfi
RispondiEliminahttp://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/
sono passata per salutarti - è tanto che non ho più il tempo di una volta per girare e commentare - anche tu non passi più al Rifugio
Strano questo libro - dovrei riuscire ad approfondire . non sono riuscita a leggere tutto il post - ma non conosco ne titolo ne autore!
Visto che sono passata e che non lo avevo mai fatto ho prelevato il banner del tuo blog e lo ho messo nella Pagina Siti Amici dei Rifugio - facciamo scambio Banner. Quelli del Rifugio li trovi nella pagina Banners http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/p/pagina-per-banner-blog-il-rifugio-degli.html
Passa a farmi un visita ti aspetto
Buon pomeriggio e migliore fine settimana in arrivo