martedì 2 febbraio 2016

Recensione: "Il gigante sepolto" di Kazuo Ishiguro


Bentornate sull'Albero, mie care mele!
Oggi passo a recensirvi un romanzo uscito qualche mese fa. Purtroppo la recensione di oggi non sarà positiva, ma, si sa, non si può essere sempre soddisfatti...


Titolo: Il gigante sepolto
Autore: Kazuo Ishiguro
Editore: Einaudi 
Pagine: 313
Prezzo: 20,00 euro

Trama: Il leggendario re Artù è morto ormai da qualche tempo ma la pace che egli ha imposto sulla futura Inghilterra, dilaniata per decenni dalla guerra intestina fra sassoni e britanni, seppure incerta, perdura. Nella dimora buia e angusta di Axl e Beatrice, tuttavia, non vi è pace possibile. La coppia di anziani coniugi britanni è afflitta da un arcano tormento: una sorta di inspiegabile amnesia che priva i due di una storia condivisa. A causarla pare essere una strana nebbia dilagante che, villaggio dopo villaggio, avvolge indistintamente tutte le popolazioni, ammorbandole con i suoi miasmi. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. Non possono indugiare oltre: a dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l'origine della nebbia incantata, prima che la memoria di ciò a cui più tengono sia perduta per sempre. Lungo il cammino si uniscono ad altri viandanti - il giovane Edwin, che porta il marchio di un demone, e il valoroso guerriero sassone Wistan, in missione per conto del suo re - e con essi affrontano ogni genere di prodigio: la violenza cieca degli orchi e le insidie di un antico monastero, lo scrutinio di un oscuro barcaiolo e l'aggressione di maligni folletti, il vetusto cavaliere di Artù Galvano e il potente drago Querig...

Voto:


Recensione:
Avevo grandi aspettative nei confronti di questo romanzo, aspettative che purtroppo sono state tradite. Chi mi segue e mi conosce sa che difficilmente mi lascio sfuggire qualcosa che riguarda Artù, Merlino e i cavalieri della Tavola Rotonda, per cui quando ho letto la trama de Il gigante sepolto mi ero decisa a farlo mio, prima o poi. A frenarmi era il prezzo di copertina, decisamente esagerato, così ho approfittato di un buono sconto per prenderlo e portarlo a casa, quasi certa che non mi avrebbe delusa. E invece, ahimè, è proprio quello che è successo. Infatti, se in un primo momento il libro mi aveva incuriosita e sembrava trattenermi tra le sue pagine con quell'incantesimo che solo i libri sanno lanciare al lettore, mi sono presto ricreduta, ma andiamo con ordine. 
Lo stile di scrittura è particolare, sembra quasi di leggere un testo antico. I dialoghi e le descrizioni hanno toni cavallereschi, il linguaggio ha il sapore delle antiche leggende e dei poemi medievali, ma anche le formule ripetitive tipiche della favola. Non è un genere di scrittura adatto a tutti, lo ammetto, ma a me non dispiace affatto, anzi, lo amo particolarmente. 
Nelle prime pagine del romanzo veniamo accolti nelle vite dei due protagonisti, Axl e Beatrice, due anziani coniugi che ricordano poco e niente del loro passato insieme, se non di avere un figlio a cui non sanno più neppure dare un volto. La causa della loro amnesia, e di quella di tutti gli abitanti del loro villaggio, è una strana nebbia che avvolge tutto il territorio in cui abitano e che sembra privare ogni individuo della memoria e dei ricordi. Pur essendo anziani, i due decidono di partire alla ricerca del figlio, per recarsi al villaggio in cui ormai abita da solo. Il viaggio, tuttavia, si dimostra non privo di insidie e Axl e Beatrice dovranno affrontare dure prove lungo il cammino. Le premesse per una bella e avventurosa storia c'erano tutte, eppure andando avanti il lettore comprenderà ben presto che Il gigante sepolto è tutto fuorché un libro colmo di azione. Se inizialmente avevo provato curiosità e interesse nei confronti delle vicende dei due protagonisti, il tutto si è tradotto presto in una parola, la nemica numero uno del lettore: noia
I dialoghi sono spesso privi di senso, tant'è che finiscono per essere ripetitivi e quasi snervanti, arrivando perfino a fuorviare l'opinione del lettore nei confronti di alcuni personaggi (e, credetemi, non è stata una cosa voluta dall'autore a fini narrativi). I personaggi sono piatti, privi di spessore psicologico, e il lettore difficilmente si affezionerà a uno di essi. Persino i protagonisti diventano noiosi e pedanti.
Tutto il romanzo è un susseguirsi di vicende senza senso, che si succedono in modo disordinato e confuso. Solo le ultime pagine sembrano ritrovare un ruolo all'interno della storia, con un colpo di scena che, personalmente, avevo previsto fin dalle prime battute. 
Questo romanzo non ha niente dell'epicità che promette dalla trama, anche le creature magiche che i protagonisti citano o incontrano lungo il cammino non hanno nulla di magico e interessante. 
Per finire, le numerose digressioni e le descrizioni prolisse distraggono il lettore dal filo narrativo centrale, finendo per confonderlo e tediarlo ulteriormente. 
Insomma, posso apprezzare le tematiche del ricordo, della memoria e del dolore presenti nel romanzo, ma non il modo in cui esse sono andate in scena in questa storia che, per quanto mi riguarda, resta priva di spina dorsale, poco coinvolgente sia emotivamente che materialmente.
La sensazione che mi ha lasciato a fine lettura è stata di disorientamento e bocca asciutta, tanto da spingermi a credere che, forse, mi sono persa qualcosa, forse sono io a non aver compreso il genio nascosto in questo autore tanto acclamato nelle recensioni lette in giro per il web...
Insomma, ve lo consiglio o no? Da parte mia, non posso dire che valga la pena spendere così tanto per un libro altrettanto deludente. Per cui, se desiderate leggerlo e farvi un'opinione vostra, vi consiglio di cercarlo all'usato o in biblioteca, così da non mangiarvi le mani in caso di provare la cocente delusione che ho provato io.

4 commenti:

  1. Mamma mia, i libri che deludono sono i peggiori, anche peggio dei libri brutti e basta (che tanto non ti aspettavi niente da loro)... capisco perfettamente, hai fatto bene ad avvisare il resto della gente, il titolo ispira proprio!

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    1. E' vero, è proprio così! Comunque sia questa è la mia modestissima opinione, invito sempre i miei lettori a farsene una propria, perché è ovvio che quello che a me non è piaciuto può invece essere un capolavoro agli occhi di altri. Più che altro in questo caso consiglio di leggerlo in prestito, anziché spendere così tanto per un libro che potrebbe deludere.

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    2. Nooo!!! Che peccato! Non sai quanto mi dispiace sapere che non ti è piaciuto. Il romanzo mi attirava, soprattutto perché di Ishiguro, ma ora come ora non avrei voglia di leggerlo. Ci proverò, ma più in là: le liste di attesa in biblioteca sono ancora infinite.

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    3. Guarda, forse davvero mi sono persa qualcosa eh xD fai benissimo a dargli una possibilità prendendolo in biblioteca ^_^ un buon modo per togliersi la curiosità e, nel caso, acquistarlo in futuro!

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