Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Eccomi di nuovo qua con una nuova recensione, questa volta di un romanzo che ho letto tempo fa e che mi ha piacevolmente colpita, nonostante si tratti di un mattone.
Autore: Edward Rutherfurd
Editore: Mondadori
Pagine: 776
Prezzo: 13,00 euro
Trama: Sangue, acciaio, magia. È questo il mondo di Ibernia, come veniva chiamata l’Irlanda dagli antichi romani. Una storia, lontana più di mille anni, che ci appare come uno spettro e si fa lentamente strada con un fascino e un’autorevolezza fuori dal comune. Davanti a noi sfilano le favolose divinità pagane, i bardi, i druidi, le terre remote e selvagge dell’estremo Nord. Fatti e leggende si intrecciano: la missione evangelizzatrice di san Patrizio, la cristianizzazione dell’isola, l’invasione vichinga e la battaglia di Clontarf, l’inganno di Enrico II che scatenò i principi irlandesi e i re inglesi, la disastrosa invasione inglese e la collera di Enrico VIII... Il rigore storico e la suggestione delle antiche leggende che Rutherfurd ha messo in gioco hanno incantato il pubblico di tutto il mondo, premiando un autore che ha passato dieci anni della sua vita in Irlanda per concludere questo affascinante progetto. Dieci anni di ricerche a Dublino per rievocare un'epopea di amore e di battaglie, di saghe familiari e intrighi politici che coglie proprio la città di Dublino come punto nodale della storia di quel Paese. Il libro, che vuole essere al tempo stesso accurato nella ricerca delle fonti e semplice nel linguaggio, ripercorre la storia irlandese dalle lotte fratricide dei druidi fino alla drammatica fondazione dello stato d'Irlanda. |
Voto:
Recensione
"I Principi d'Irlanda" è un romanzo storico che narra la storia irlandese abbracciando un lungo periodo di tempo che va dalla civiltà dei Celti alla metà del 1500, sotto il dominio del re Enrico VIII.
Il ritmo della narrazione è a tratti lento e a tratti incalzante. L'autore si sofferma spesso nelle descrizioni, nelle digressioni di carattere storico e culturale e il romanzo ha pochi dialoghi. Questo finisce per rallentare di molto la lettura, salvo in alcuni casi in cui il racconto sembra prendere improvvisamente il volo.
La tecnica narrativa usata da Rutherfurd è particolare; l'unica vera protagonista del romanzo è l'Irlanda, sul cui suolo si snodano le vicende di diverse famiglie e della loro discendenza. Il libro si articola in quattro grandi racconti che narrano la storia di alcuni personaggi, lasciando largo spazio agli usi e costumi irlandesi, oltre che, ovviamente, alla parte storica vera e propria.
L'autore è riuscito nell'intento di raccontare la storia irlandese e le tradizioni del popolo di quest'isola così affascinante trasformandole in un romanzo dalla mole importante, ma interessante e di facile comprensione.
Mi sarebbe stato utile leggerlo alle scuole superiori, per rendere meno pesante lo studio della storia e permettendomi di ricordarmela meglio.
Come conseguenza alla scelta narrativa di abbracciare un lungo periodo di tempo, i personaggi non possono che essere numerosi. Tra i miei preferiti ci sono sicuramente Deirdre, Fergus, Harold e Margareth. In linea di massima i personaggi creati dalla penna di Rutherfurd sono profondi e di un certo spessore psicologico, ci si affeziona facilmente a loro, alle loro vicende personali e il lettore partecipa attivamente alle loro gioie e dolori. Rutherfurd crea donne forti, libere e indipendenti, romantiche, coraggiose e passionali. Gli uomini sono padri di famiglia, eroi o scaltri imbroglioni, idealisti o spregiudicati, codardi o sprezzanti del pericolo. Insomma, ce n'è proprio per tutti i gusti!
Tra le tante tematiche sfiorate in questo romanzo, ci sono il patriottismo, l'importanza delle tradizioni, l'amore, la vendetta, la gelosia, l'attaccamento alla terra, l'idealismo, il coraggio.
Leggere questo libro, voglio essere sincera, non è certo cosa facile e non è da tutti. Le digressioni sono davvero molte, lunghe e spesso pesanti, anche se molto interessanti. Il libro dunque si rivolge a un pubblico indicativamente adulto, ma soprattutto volenteroso e interessato alla storia, alla cultura e alle tradizioni irlandesi.
Lo consiglio quindi a chi ama l'Irlanda e ne è affascinato, a chi è appassionato di storia e alla antiche culture.
Il ritmo della narrazione è a tratti lento e a tratti incalzante. L'autore si sofferma spesso nelle descrizioni, nelle digressioni di carattere storico e culturale e il romanzo ha pochi dialoghi. Questo finisce per rallentare di molto la lettura, salvo in alcuni casi in cui il racconto sembra prendere improvvisamente il volo.
La tecnica narrativa usata da Rutherfurd è particolare; l'unica vera protagonista del romanzo è l'Irlanda, sul cui suolo si snodano le vicende di diverse famiglie e della loro discendenza. Il libro si articola in quattro grandi racconti che narrano la storia di alcuni personaggi, lasciando largo spazio agli usi e costumi irlandesi, oltre che, ovviamente, alla parte storica vera e propria.
L'autore è riuscito nell'intento di raccontare la storia irlandese e le tradizioni del popolo di quest'isola così affascinante trasformandole in un romanzo dalla mole importante, ma interessante e di facile comprensione.
Mi sarebbe stato utile leggerlo alle scuole superiori, per rendere meno pesante lo studio della storia e permettendomi di ricordarmela meglio.
Come conseguenza alla scelta narrativa di abbracciare un lungo periodo di tempo, i personaggi non possono che essere numerosi. Tra i miei preferiti ci sono sicuramente Deirdre, Fergus, Harold e Margareth. In linea di massima i personaggi creati dalla penna di Rutherfurd sono profondi e di un certo spessore psicologico, ci si affeziona facilmente a loro, alle loro vicende personali e il lettore partecipa attivamente alle loro gioie e dolori. Rutherfurd crea donne forti, libere e indipendenti, romantiche, coraggiose e passionali. Gli uomini sono padri di famiglia, eroi o scaltri imbroglioni, idealisti o spregiudicati, codardi o sprezzanti del pericolo. Insomma, ce n'è proprio per tutti i gusti!
Tra le tante tematiche sfiorate in questo romanzo, ci sono il patriottismo, l'importanza delle tradizioni, l'amore, la vendetta, la gelosia, l'attaccamento alla terra, l'idealismo, il coraggio.
Leggere questo libro, voglio essere sincera, non è certo cosa facile e non è da tutti. Le digressioni sono davvero molte, lunghe e spesso pesanti, anche se molto interessanti. Il libro dunque si rivolge a un pubblico indicativamente adulto, ma soprattutto volenteroso e interessato alla storia, alla cultura e alle tradizioni irlandesi.
Lo consiglio quindi a chi ama l'Irlanda e ne è affascinato, a chi è appassionato di storia e alla antiche culture.
Ho questo romanzo in wishlist da circa mezzo secolo, come un po' tutti i romanzi di Rutherford in realtà, e anche a me ispira tantissimo nonostante la mole scoraggiante (principalmente perché, avendo pochissimo tempo per leggere, 800 pagine di romanzo me lo trascinerei penso per due mesi) e il fatto che sia il primo di due volumi (e il secondo ne ha quasi 900...). Insomma, se cominciassi questa saga ora terminerei giusto in tempo per Natale!! ^_^ In ogni caso bella recensione, sono sempre più convinta che prima o poi dovrò leggerlo per forza!
RispondiEliminaAnche io ci ho messo un'infinità a finire di leggere questo libro, però non ho potuto fare a meno di gustarmelo! Il seguito ti posso dire che non è necessario da leggere, io vorrei farlo prima o poi, ma quando ho finito I principi d'Irlanda mi prendeva male l'idea di dovermi gettare in un altro volumone! Ad ogni modo posso dirti che se vuoi puoi anche leggerlo un po' a spezzoni, perché appunto il libro è composto da diversi "racconti" di 100-200 pagine ciascuno, quindi potresti leggere altro nel frattempo, senza precluderti l'opportunità di fare altre letture, più leggere di questa. Insomma, sono contenta che ispiri anche te, poi fammi sapere come lo avrai trovato ;)
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