Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Quest'oggi vi propongo la recensione di un libro che mi ha lasciata senza fiato, un romanzo di una scrittrice italiana di grande talento e che ha saputo sorprendermi.
La libertà di scegliere è un dono prezioso.
O una feroce condanna.
Una donna che custodisce un segreto,
un fardello che solo ora ha deciso di condividere.
Ma quale sarà il prezzo della sua libertà?
Autore: Patrizia Emiltri
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 255
Prezzo: 15,90 euro
Trama: L'aria è gelida, a ricordare che l'inverno non è ancora finito. Un cielo plumbeo incornicia i pensieri di Claudia. Il sole sarebbe stato fuori luogo, nel giorno del funerale di sua madre. Lacrime, formalità, pratiche da sbrigare: il triste copione va in scena. Ma qualcosa di insolito accade quel pomeriggio stesso, quando Claudia riceve una strana busta accompagnata dalla lettera di una sconosciuta. La donna le affida un manoscritto inedito, una storia straordinaria di cui la ragazza, aspirante scrittrice, potrà servirsi per arrivare al successo. Clorinda è ricoverata in una casa di riposo. Ormai la sua vita è quasi tutta alle spalle, così almeno credono gli altri. Ma lei nasconde un segreto che è arrivato il momento di svelare. Una vicenda che ha radici molto lontane, nel giorno in cui Clorinda ha sfidato il proprio destino, scampando alla morte. Per farlo, si è servita di un vecchio quaderno di ricette appartenuto a una donna accusata di stregoneria, e ha attirato su di sé una terribile condanna. Ora, dopo tutti quegli anni, ha finalmente trovato la persona cui consegnare la propria storia. Qualcuno che condivide con lei molto più di quanto possa immaginare. Qualcuno che, come è stato per lei in passato, dovrà fare una scelta pericolosa. Una storia al confine tra realtà e sortilegio, un romanzo che racconta di donne al bivio tra ciò che è giusto e ciò che vogliono davvero. |
Voto:
Recensione:
Avete presente quei libri che vi entrano nel cuore fin dalle prime pagine e che, una volta finiti, vi lasciano tramortiti sulla sedia, con lo sguardo un po' ebete a fissare il vuoto come a voler cercare qualcos'altro otre quelle ultime pagine? Ecco, "La carezza leggera delle primule" è uno di questi.
Bello, intenso, ricco di emozioni. E' difficile descrivere un libro del genere, ma soprattutto è difficile rendergli giustizia con le parole di una recensione.
"La carezza leggera delle primule" è un libro che sa come conquistare il lettore, lo attira fra le sue pagine con sensualità e poi lo cattura inesorabilmente. La storia è quella di tre donne, vissute in epoche diverse e di età differenti, eppure così simili tra loro, legate da un unico e incontenibile sentimento: l'odio.
E' questo il perno attorno al quale si sviluppano le vicende narrate, ogni cosa scaturisce da questo sentimento negativo, che permea le sue pagine e le tinge del rosso del sangue e del nero della morte. Eppure, non fraintendetemi, non è un libro che parli esclusivamente di violenza. "La carezza leggera delle primule" è un libro intriso di sentimenti cupi, di stati d'animo infelici, eppure l'autrice riesce a non rendere mai la sua storia pesante. Certo, alcuni eventi descritti sono difficili da digerire per il lettore, spesso mi sono ritrovata a dover riprendere fiato durante la lettura, alzando lo sguardo e prendendo un lungo sospiro, una boccata d'aria pulita per rinfrescarmi un po' le idee... Nonostante tutto questo, non mi è pesato leggerlo, neanche un po', me lo sono divorato tutto d'un fiato, avida di conoscere il finale.
Protagoniste indiscusse di questo romanzo sono dunque le donne: egoiste, irresponsabili, rancorose, vendicatrici, feroci e prive di scrupoli, donne deluse dalla vita e dagli affetti, donne diffidenti, ambiziose e arriviste.
Marta è una strega del XVII secolo, bruciata sul rogo dall'Inquisizione perchè colpevole di aver curato con le sue erbe e le sue pozioni malattie e malesseri. Morta ingiustamente, attenderà nell'ombra il momento della sua crudele e spietata vendetta.
Clorinda, nata due secoli dopo Marta, è una donna dalle mille sfumature caratteriali, un personaggio semplicemente indimenticabile. Le sue scelte sono costantemente sbagliate e sono ben lontane dall'essere etiche, eppure il lettore non può che assecondarla, in ogni sua decisione, pagina dopo pagina. Forte, testarda e pronta a tutto pur di arrivare al suo scopo, Clorinda è la vera protagonista del romanzo, spinta dalla disperazione, dal dolore e dalla stanchezza dei tanti anni vissuti, di cui sente il gravoso peso sulle spalle.
Infine, Claudia, giovane universitaria con l'ambizioso sogno di diventare famosa grazie alla scrittura. Anche lei condivide qualcosa con le altre due: l'egoismo e la fredda, calcolatrice lucidità.
Clorinda mi rimarrà sempre nel cuore, entra a testa alta nella classifica delle mie protagoniste femminili preferite. E' impossibile non amarla e non condividere le sue pene. E' una donna terribilmente sbagliata, dannata, maledetta, ma il suo fascino è letale per il lettore.
Non ho saputo affezionarmi a Claudia, ma forse era giusto così. I suoi prepotenti giudizi nei confronti di Clorinda durante il romanzo mi hanno infastidita, non perché sia un personaggio mal costruito, piuttosto perché Clorinda ha ricevuto tutta la mia comprensione e compassione, non sarei mai stata in grado di giudicarla negativamente come invece ha fatto Claudia, nonostante quest'ultima ne avesse tutte le ragioni.
La storia è raccontata dai punti di vista alternati di Claudia, narrati al presente e in terza persona, e quelli di Clorinda, narrati al passato e in prima persona. Con gli occhi di Claudia, il lettore legge il manoscritto di Clorinda, la sua autobiografia, e proverà le stesse emozioni della giovane durante la lettura, ne condividerà spesso i pensieri e gli stati d'animo.
"La carezza leggera delle primule" è scritto con uno stile impeccabile, avvincente e indimenticabile. Mi è sembrato più di una volta, durante la lettura, di avere tra le mani un classico della letteratura. La scrittura di Patrizia Emiltri è pulita, appassionante, ricca di emozioni. La magia della scrittura scaturisce dalla sua penna come da una bacchetta magica, in grado di incatenare il lettore e costringerlo a leggere dall'inizio alla fine senza una pausa, senza un respiro.
Avete presente quei libri che vi entrano nel cuore fin dalle prime pagine e che, una volta finiti, vi lasciano tramortiti sulla sedia, con lo sguardo un po' ebete a fissare il vuoto come a voler cercare qualcos'altro otre quelle ultime pagine? Ecco, "La carezza leggera delle primule" è uno di questi.
Non apparteneva al mio genere, non leggo questo tipo di storie solitamente, ma il libro mi aveva attirato per il grande consenso avuto tra i blogger e i lettori del web. Sono appassionata di storie di streghe e magia (neanche a dirlo, ho sempre sognato di trovare tra i muri di casa un quaderno con le pozioni magiche e i rimedi di un'antenata strega) per cui, anche se non ero sicura che potesse piacermi, ho deciso di leggerlo comunque. Non so se riuscirò a trovare le parole giuste per questo splendido libro, ma ci proverò.
Non avrei mai pensato di leggere un libro così drammatico in vita mia, eppure eccomi qua, a recensirlo e a promuoverlo a pieni voti. Quella di Patrizia Emiltri è una storia che entra sotto pelle e che vi resta per sempre, entra a far parte di noi, ribaltando in qualche modo le nostre certezze e tutti i nostri ideali. Bello, intenso, ricco di emozioni. E' difficile descrivere un libro del genere, ma soprattutto è difficile rendergli giustizia con le parole di una recensione.
"La carezza leggera delle primule" è un libro che sa come conquistare il lettore, lo attira fra le sue pagine con sensualità e poi lo cattura inesorabilmente. La storia è quella di tre donne, vissute in epoche diverse e di età differenti, eppure così simili tra loro, legate da un unico e incontenibile sentimento: l'odio.
E' questo il perno attorno al quale si sviluppano le vicende narrate, ogni cosa scaturisce da questo sentimento negativo, che permea le sue pagine e le tinge del rosso del sangue e del nero della morte. Eppure, non fraintendetemi, non è un libro che parli esclusivamente di violenza. "La carezza leggera delle primule" è un libro intriso di sentimenti cupi, di stati d'animo infelici, eppure l'autrice riesce a non rendere mai la sua storia pesante. Certo, alcuni eventi descritti sono difficili da digerire per il lettore, spesso mi sono ritrovata a dover riprendere fiato durante la lettura, alzando lo sguardo e prendendo un lungo sospiro, una boccata d'aria pulita per rinfrescarmi un po' le idee... Nonostante tutto questo, non mi è pesato leggerlo, neanche un po', me lo sono divorato tutto d'un fiato, avida di conoscere il finale.
Protagoniste indiscusse di questo romanzo sono dunque le donne: egoiste, irresponsabili, rancorose, vendicatrici, feroci e prive di scrupoli, donne deluse dalla vita e dagli affetti, donne diffidenti, ambiziose e arriviste.
Marta è una strega del XVII secolo, bruciata sul rogo dall'Inquisizione perchè colpevole di aver curato con le sue erbe e le sue pozioni malattie e malesseri. Morta ingiustamente, attenderà nell'ombra il momento della sua crudele e spietata vendetta.
Clorinda, nata due secoli dopo Marta, è una donna dalle mille sfumature caratteriali, un personaggio semplicemente indimenticabile. Le sue scelte sono costantemente sbagliate e sono ben lontane dall'essere etiche, eppure il lettore non può che assecondarla, in ogni sua decisione, pagina dopo pagina. Forte, testarda e pronta a tutto pur di arrivare al suo scopo, Clorinda è la vera protagonista del romanzo, spinta dalla disperazione, dal dolore e dalla stanchezza dei tanti anni vissuti, di cui sente il gravoso peso sulle spalle.
Infine, Claudia, giovane universitaria con l'ambizioso sogno di diventare famosa grazie alla scrittura. Anche lei condivide qualcosa con le altre due: l'egoismo e la fredda, calcolatrice lucidità.
Clorinda mi rimarrà sempre nel cuore, entra a testa alta nella classifica delle mie protagoniste femminili preferite. E' impossibile non amarla e non condividere le sue pene. E' una donna terribilmente sbagliata, dannata, maledetta, ma il suo fascino è letale per il lettore.
Non ho saputo affezionarmi a Claudia, ma forse era giusto così. I suoi prepotenti giudizi nei confronti di Clorinda durante il romanzo mi hanno infastidita, non perché sia un personaggio mal costruito, piuttosto perché Clorinda ha ricevuto tutta la mia comprensione e compassione, non sarei mai stata in grado di giudicarla negativamente come invece ha fatto Claudia, nonostante quest'ultima ne avesse tutte le ragioni.
La storia è raccontata dai punti di vista alternati di Claudia, narrati al presente e in terza persona, e quelli di Clorinda, narrati al passato e in prima persona. Con gli occhi di Claudia, il lettore legge il manoscritto di Clorinda, la sua autobiografia, e proverà le stesse emozioni della giovane durante la lettura, ne condividerà spesso i pensieri e gli stati d'animo.
"La carezza leggera delle primule" è scritto con uno stile impeccabile, avvincente e indimenticabile. Mi è sembrato più di una volta, durante la lettura, di avere tra le mani un classico della letteratura. La scrittura di Patrizia Emiltri è pulita, appassionante, ricca di emozioni. La magia della scrittura scaturisce dalla sua penna come da una bacchetta magica, in grado di incatenare il lettore e costringerlo a leggere dall'inizio alla fine senza una pausa, senza un respiro.
Quello che ho stretto tra le mani è un romanzo che toglie il fiato, in tutti i sensi. Non ci sono molti scrittori italiani in grado di scrivere così bene e di emozionare così tanto, in un panorama letterario in cui il buon libro scarseggia sempre di più. E' una lettura che sconvolge, che dà la sensazione di ricevere uno schiaffo in pieno viso una volta concluso. L'ho trovato talmente bello che mi ha lasciato tramortita a lettura finita, mi sembrava che un treno fosse passato a tutta velocità sul mio cuore.
Non avevo mai letto un libro del genere, ma sono davvero felice di averlo fatto, mi sarei persa una perla preziosa.
"La carezza leggera delle primule" dimostra ancora una volta quanto le storie semplici siano quelle che toccano maggiormente l'animo del lettore, così come le protagoniste dalle mille imperfezioni che le rendono estremamente vive.
Ve lo consiglio? Certo, mille e mille volte! Ma solo se sarete disposti a tuffarvi in una storia cupa, intrisa di odio, vendetta, dolore, morte ed emozioni talmente forti da lasciare storditi.
Siete disposti a lasciarvi trascinare dagli eventi, a emozionarvi e a inorridirvi insieme a Claudia per le tristi vicende che costellano la lunga vita di Clorinda? Non c'è bisogno di un momento giusto per leggere il romanzo di Patrizia Emiltri, perché saprà entrarvi comunque nel cuore, che lo vogliate o no.
L'unico, piccolo, difetto che ho trovato è il titolo: credo sia stata una scelta editoriale, ma non l'ho trovato appropriato.
Siete ancora a casa? Che aspettate?! Correte a comprarlo e divoratelo, emozionatevi e consigliatelo. Non ve ne pentirete ;)
Grazie per la meravigliosa recensione, onorata di essere tra le pagine di questo bellissimo blog.
RispondiEliminaGrazie a te Patrizia, per aver scritto una storia indimenticabile!
EliminaNon ho letto la recensione perché mi sono innamorata della copertina e della trama... lo metto in wishlist ma ho visto che in biblioteca c'è già la coda fino a febbraio per leggerlo!! Comunque l'ho prenotato! :D
RispondiEliminaFammi sapere cosa ne penserai allora ^_^
EliminaCapisco il tuo desiderio di voler rimandare la lettura della recensione a un secondo momento, sappi però solo che non inserisco mai spoiler ;)