Bentornate sull'Albero, mie care mele!
Come state? Io ho il cuore in subbuglio per la lettura appena conclusa di un libro amato alla follia, una meraviglia che mi ha stregata, facendomi impazzire di nostalgia una volta girata l'ultima pagina.
Spero di riuscire a dedicare al nuovo romanzo di Francesca Diotallevi le parole che merita perché, come accade per ogni libro che arriva dritto al cuore, diventa difficile esprimere tutte le emozioni che si sono provate e rendergli giustizia.
Come state? Io ho il cuore in subbuglio per la lettura appena conclusa di un libro amato alla follia, una meraviglia che mi ha stregata, facendomi impazzire di nostalgia una volta girata l'ultima pagina.
Spero di riuscire a dedicare al nuovo romanzo di Francesca Diotallevi le parole che merita perché, come accade per ogni libro che arriva dritto al cuore, diventa difficile esprimere tutte le emozioni che si sono provate e rendergli giustizia.
Titolo: Dentro soffia il vento
Autore: Francesca Diotallevi
Editore: Neri Pozza Editore
Pagine: 222
Prezzo: 16,00 euro
Trama: In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile. Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino. Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi. Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato. Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia. Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana. |
Voto:
Assegno a questo libro anche la Mela d'Oro, poiché entra a far parte dei miei preferiti!
Recensione:
Sapevo che questo libro mi avrebbe appassionata: quando ho letto la trama vi ho ritrovato tutti gli ingredienti principali per una storia meravigliosa, eppure, a lettura conclusa, mi sono sentita spiazzata da tanta bellezza, racchiusa in poco più di duecento pagine.
Dentro soffia il vento è narrato in prima persona, seguendo a capitoli alterni il punto di vista dei tre protagonisti: don Agape, il nuovo e insicuro parroco di Saint Rhémy, Yann Rosset, il freddo e rancoroso fratello di Raphaël, e Fiamma, emarginata e considerata strega dagli abitanti del paese.
Fin dalle prime pagine Francesca Diotallevi intrappola il lettore nella ragnatela da lei tessuta abilmente, ha irretito la mia anima catturandola parola dopo parola. Quello che emerge da questo romanzo, infatti, è la maestria dell'autrice che, pur essendo giovane, dimostra una grande maturità nella potenza narrativa.
Lo stile di Francesca è poetico, descrittivo, ma mai pesante o ridondante. La musicalità del testo è innegabile e la sua scrittura è incredibilmente evocativa, fatta di sensazioni vivide. Sono stati pochi gli autori in grado di farmi sentire i profumi, i suoni e le sensazioni e Francesca entra a far parte di essi. Mi sono sentita anche io parte della valle, dei monti, delle case di Saint Rhémy. Ho provato il freddo intenso dell'inverno delle Alpi, sentito il profumo delle erbe essiccate per gli infusi e i decotti di Fiamma, toccato la ruvida corteccia dei larici e delle betulle come se fossi stata protagonista anche io della storia, e non una semplice spettatrice. E' questa la grande abilità di questo astro nascente della letteratura italiana, perché è così che mi piace definire Francesca Diotallevi.
Uno degli insegnamenti che sto cercando di assimilare nella mia carriera di scrittrice emergente è quello di non descrivere, ma di mostrare. Dentro soffia il vento è, per l'appunto, un romanzo che mostra pian piano la sua storia al lettore, l'autrice non ci descrive le situazioni come si potrebbe fare in un elenco della spesa, ma ci mostra le cose come stanno, tenendoci per mano. Lo fa lentamente, con delicatezza, permettendo al lettore di inoltrarsi in quella foresta che è l'anima umana, fatta di luci e ombre. L'abilità narrativa dell'autrice si potrebbe riassumere in questa citazione, scritta di suo pugno nel romanzo:
Mi sono affezionata a Fiamma, al suo coraggio indomito e alle sue fragilità, alla fierezza e al suo modo di lasciar fluire in sé le emozioni. Ho amato anche Yann, in cui mi sono rivista per il suo senso del dovere e le sue responsabilità da fratello maggiore. Persino don Agape ha saputo lasciare il segno in me, con la sua insicurezza e i suoi interrogativi esistenziali. E poi c'è Raphaël: brillante, sensibile, curioso e intelligente. Il lettore lo conosce solo dalle parole di chi lo ha conosciuto, ma ne sente comunque l'assenza, così come la sentono Yann e Fiamma.
Oltre ai protagonisti, tuttavia, l'autrice descrive con poche ma nitide pennellate anche gli altri abitanti del villaggio e gli zingari che hanno sostato nel bosco intorno a Sait Rhémy. Lucien Borel e sua moglie, Rhian, Agnés Rosset, Marie, persino don Jacques hanno saputo regalarmi emozioni che non dimenticherò facilmente.
I temi presenti in Dentro soffia il vento sono molti, primo fra tutti l'amore, quello prepotente, che sconvolge. Esso è indagato in ogni sua sfaccettatura, ma in sostanza è questo il sentimento predominante, insieme al suo opposto, l'odio. Amore e odio si rincorrono per tutto il romanzo, alternandosi e mescolandosi. Troviamo tra le pagine anche il tema del diverso, dell'emarginazione, dell'ignoranza che sfocia in superstizione e, talvolta, nella violenza. Tra le altre tematiche ci sono il rispetto per la natura e la riconoscenza della sua "supremazia" sull'uomo, la guerra, che non è protagonista di queste pagine, ma che incombe come una nuvola temporalesca sulla storia e sui protagonisti. E poi l'amicizia, il senso di famiglia e comunità, il dolore, il rimpianto, l'orgoglio e il coraggio...
Leggetelo se amate le storie dalle ambientazioni fredde, misteriose e dalle atmosfere cupe. Fiondatevi su questa lettura se desiderate un libro da cui uscire cambiati, arricchiti, perché il vento soffierà forte fuori, dentro e intorno a voi come nella più insidiosa delle bufere.
Io ringrazio infinitamente Francesca Diotallevi per aver creato una storia indimenticabile e per avermi avvelenato di nostalgia a lettura conclusa. Vorrei un antidoto, pagine in più da gustare per lenire il senso di abbandono che questa storia mi ha procurato. Mi serviva una lettura come questa, mi ha dato forza, coraggio e ha fatto crescere in me la voglia di continuare a scrivere, perché in fondo, come la stessa Francesca scrive nelle sue pagine, "i libri rendono le persone migliori. A volte le salvano."
Dentro soffia il vento è narrato in prima persona, seguendo a capitoli alterni il punto di vista dei tre protagonisti: don Agape, il nuovo e insicuro parroco di Saint Rhémy, Yann Rosset, il freddo e rancoroso fratello di Raphaël, e Fiamma, emarginata e considerata strega dagli abitanti del paese.
Fin dalle prime pagine Francesca Diotallevi intrappola il lettore nella ragnatela da lei tessuta abilmente, ha irretito la mia anima catturandola parola dopo parola. Quello che emerge da questo romanzo, infatti, è la maestria dell'autrice che, pur essendo giovane, dimostra una grande maturità nella potenza narrativa.
Lo stile di Francesca è poetico, descrittivo, ma mai pesante o ridondante. La musicalità del testo è innegabile e la sua scrittura è incredibilmente evocativa, fatta di sensazioni vivide. Sono stati pochi gli autori in grado di farmi sentire i profumi, i suoni e le sensazioni e Francesca entra a far parte di essi. Mi sono sentita anche io parte della valle, dei monti, delle case di Saint Rhémy. Ho provato il freddo intenso dell'inverno delle Alpi, sentito il profumo delle erbe essiccate per gli infusi e i decotti di Fiamma, toccato la ruvida corteccia dei larici e delle betulle come se fossi stata protagonista anche io della storia, e non una semplice spettatrice. E' questa la grande abilità di questo astro nascente della letteratura italiana, perché è così che mi piace definire Francesca Diotallevi.
Aveva smesso di piovere, e una spessa nebbia aleggiava fra le betulle, avvolgendo i tronchi lunghi e pallidi di filamenti argentati. La gente della valle li considerava alberi magici, le leggende dicevano che da quei rami le streghe ricavassero le proprie scope. Forse è per questo che, tra le piante del bosco, la betulla ha sempre avuto la mia predilezione.In Dentro soffia il vento i dialoghi non sono molti, l'autrice ha puntato sulla psicologia dei personaggi, indagando in profondità l'animo umano. Ho apprezzato molto questa scelta, perché non solo mi ha permesso di immedesimarmi meglio, ma mi ha dato anche la possibilità di provare emozioni forti e indimenticabili. Mi ha spiazzato anche la semplicità della storia, a riprova del fatto che un libro non debba contenere necessariamente avventure rocambolesche e innumerevoli vicende per saper colpire il cuore di chi legge.
Uno degli insegnamenti che sto cercando di assimilare nella mia carriera di scrittrice emergente è quello di non descrivere, ma di mostrare. Dentro soffia il vento è, per l'appunto, un romanzo che mostra pian piano la sua storia al lettore, l'autrice non ci descrive le situazioni come si potrebbe fare in un elenco della spesa, ma ci mostra le cose come stanno, tenendoci per mano. Lo fa lentamente, con delicatezza, permettendo al lettore di inoltrarsi in quella foresta che è l'anima umana, fatta di luci e ombre. L'abilità narrativa dell'autrice si potrebbe riassumere in questa citazione, scritta di suo pugno nel romanzo:
Non diceva mai più del dovuto, aveva la singolare capacità di mettere insieme quel poco che serviva per spiegarsi in maniera adeguata, senza aggiungere altro. E' una dote che in pochi possiedono.Per quanto riguarda i personaggi, li ho amati tutti, dal primo all'ultimo. Le loro emozioni contrastanti, i dubbi, le fragilità e le passioni li hanno resi vivi ai miei occhi, perché Francesca Diotallevi ha il dono di soffiare la vita dentro i suoi personaggi di carta e inchiostro. I sentimenti che Fiamma, Yann e don Agape provano sono perfettamente umani, non c'è perfezione in loro, e questo li rende reali e assolutamente credibili. In fondo è dei difetti che ci si innamora, non è vero?
Mi sono affezionata a Fiamma, al suo coraggio indomito e alle sue fragilità, alla fierezza e al suo modo di lasciar fluire in sé le emozioni. Ho amato anche Yann, in cui mi sono rivista per il suo senso del dovere e le sue responsabilità da fratello maggiore. Persino don Agape ha saputo lasciare il segno in me, con la sua insicurezza e i suoi interrogativi esistenziali. E poi c'è Raphaël: brillante, sensibile, curioso e intelligente. Il lettore lo conosce solo dalle parole di chi lo ha conosciuto, ma ne sente comunque l'assenza, così come la sentono Yann e Fiamma.
Oltre ai protagonisti, tuttavia, l'autrice descrive con poche ma nitide pennellate anche gli altri abitanti del villaggio e gli zingari che hanno sostato nel bosco intorno a Sait Rhémy. Lucien Borel e sua moglie, Rhian, Agnés Rosset, Marie, persino don Jacques hanno saputo regalarmi emozioni che non dimenticherò facilmente.
I temi presenti in Dentro soffia il vento sono molti, primo fra tutti l'amore, quello prepotente, che sconvolge. Esso è indagato in ogni sua sfaccettatura, ma in sostanza è questo il sentimento predominante, insieme al suo opposto, l'odio. Amore e odio si rincorrono per tutto il romanzo, alternandosi e mescolandosi. Troviamo tra le pagine anche il tema del diverso, dell'emarginazione, dell'ignoranza che sfocia in superstizione e, talvolta, nella violenza. Tra le altre tematiche ci sono il rispetto per la natura e la riconoscenza della sua "supremazia" sull'uomo, la guerra, che non è protagonista di queste pagine, ma che incombe come una nuvola temporalesca sulla storia e sui protagonisti. E poi l'amicizia, il senso di famiglia e comunità, il dolore, il rimpianto, l'orgoglio e il coraggio...
Leggetelo se amate le storie dalle ambientazioni fredde, misteriose e dalle atmosfere cupe. Fiondatevi su questa lettura se desiderate un libro da cui uscire cambiati, arricchiti, perché il vento soffierà forte fuori, dentro e intorno a voi come nella più insidiosa delle bufere.
Io ringrazio infinitamente Francesca Diotallevi per aver creato una storia indimenticabile e per avermi avvelenato di nostalgia a lettura conclusa. Vorrei un antidoto, pagine in più da gustare per lenire il senso di abbandono che questa storia mi ha procurato. Mi serviva una lettura come questa, mi ha dato forza, coraggio e ha fatto crescere in me la voglia di continuare a scrivere, perché in fondo, come la stessa Francesca scrive nelle sue pagine, "i libri rendono le persone migliori. A volte le salvano."
La Diotallevi scrive benissimo e io sono innamorata di lei. Ho letto Stanze buie e mi è piaciuto un sacco. Vorrei leggere anche questo...per ora è in wish list.
RispondiEliminaStanze buie credo che lo recupererò! Leggi anche questo, sono sicura che non ti deluderà ;)
EliminaM'ispira moltissimo! L'ambientazione poi mi piace un sacco, hai mai letto qualche scritto di Karl Felix Wolff? Ha trascorso la sua vita trascrivendo leggende ladine, io ho "I monti pallidi" e "Re Laurino ed il suo roseto", sono veramente evocativi, bellissimi :)
RispondiEliminaNon conoscevo questo autore e i suoi libri, grazie per i consigli! *^* Vado subito a vedere =D
RispondiEliminaCiao Mirial, ti ho inviato una mail. potresti controllare di averla ricevuta? Grazie!
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