lunedì 22 dicembre 2014

Recensione: "Syntechè - Il volo della falena" di Carla Saltelli


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco! 
Oggi vi parlo di un libro che forse molti di voi conosceranno, ringrazio Carla Saltelli e la Casa Editrice Eifis per avermelo inviato =)


Autore: Carla Saltelli
Editore: Eifis
Pagine: 501
Prezzo:  23,00 euro

Trama: Il futuro: secoli di tecnologia e di inquinamento sono stati risolti con una catastrofe naturale che ha spinto la razza umana alla semi estinzione. I sopravvissuti, arroccatisi nei pochi lembi di terra rimasti, hanno scoperto di non essere soli e di non avere a che fare con una natura inerme. Hanno scoperto forze, presenti e consapevoli, in grado di offrire loro una tregua da ulteriori disastri climatici: è l’alba del Trattato, la fine della tecnologia, la fine della violenza sulla natura. Per alcuni, tuttavia, è anche la fine della civiltà. Anni dopo, questo patto tra umani e natura ha ancora bisogno di persone che lo difendano. Yan è uno di loro, nato sotto l’impronta delle regole del Trattato, cresciuto in mezzo alla natura, respinto dagli umani. Come lui ce ne sono tanti, Tramiti li chiamano, e il loro compito è mediare tra le due fazioni ancora in lotta.

Voto:
Recensione
Quando l'autrice mi ha proposto di leggere il suo libro, sono rimasta molto incuriosita dalla trama. Lo ammetto, è raro che io accetti le proposte di recensione da parte degli autori, ma questa volta ho deciso di fare uno strappo alla regola, vuoi perché i temi che trapelavano dalla trama erano molto vicini al mio sentire più profondo, vuoi perché non avevo mai letto nessun libro ambientato in un futuro post apocalittico, vuoi perché ero curiosa di sapere come l'autrice avesse svolto la storia che dalle premesse sembrava promettente... insomma, mi sono ritrovata ben presto con un libro fresco di stampa tra le mani. Le mie aspettative sono state in parte deluse e in parte no ed è difficile per me spiegare quello che sento riguardo questo romanzo d'esordio.
Syntechè è un paese greco, un luogo pressoché pacifico in cui raramente accade qualcosa di eccezionale. L'unica cosa strana per questa cittadina è Yannis, il protagonista della storia, un Tramite. Dopo una disastrosa apocalisse, la Terra come noi la conosciamo ha subito drastici cambiamenti; non esistono più i continenti, ma solo piccoli e sparsi frammenti di essi a formare degli arcipelaghi. La tecnologia è stata bandita e l'uomo ha trovato un accordo con la Natura e i suoi Rappresentanti, accordo che ha preso la forma di un vero e proprio Trattato che non gli è concesso in alcun modo violare, pena la distruzione del genere umano. E' questo il compromesso che ha fatto sì che all'uomo, dopo la catastrofe ambientale da lui stesso creata, fosse permesso di sopravvivere. Gli esseri umani temono ormai la Natura in modo reverenziale e, forse proprio per questo, hanno bisogno di mediatori, di diplomatici che possano interagire con il mondo naturale: i Tramiti. Yannis sarebbe un ragazzino come tanti altri, se non fosse per la sua cecità e per il suo essere un orfano e un Tramite. Ha una chioma di capelli rossi e un'incredibile ilarità, è autoironico, talvolta sarcastico, ma nella sua voce il lettore imparerà a riconoscere la nota di malinconia tipica del "diverso". Uno degli obblighi di Yannis è quello di trascorrere una notte a settimana all'interno della foresta che circonda Syntechè, temuta ed evitata dai suoi concittadini, ma questo per lui non è affatto un problema, tutt'altro. E' nella Natura che si sente più a suo agio, circondato da amici e da una famiglia che va ben al di là dell'essere consanguinei.
Yannis frequenta la scuola come tutti i suoi coetanei e conduce una vita pressoché normale, finché alle sue orecchie non giunge la notizia che il genere umano si sta preparando a violare il Trattato.
Inizia così per Yannis una serie di (dis)avventure, di incontri e di viaggi, che lo porteranno dove mai si sarebbe aspettato.
L'avventura in cui Carla Saltelli ha deciso di imbarcarsi era davvero difficile, ardua e pericolosa se vogliamo. Da un lato si presentava l'idea di una storia originale, fortemente attuale per le tematiche affrontate, stimolante da scrivere e da vivere insieme ai personaggi, proprio per questa sua grande attualità. Dall'altra, però, la storia rischiava di fare acqua in più punti, vista la difficoltà di parlare di un mondo distrutto e devastato da un'apocalisse, in cui la tecnologia non è più concessa, se non in minima parte. 
L'essere umano può davvero tornare a vivere in semplicità, senza servirsi delle comodità di cui si è circondato per secoli? Come può l'uomo riscoprire l'arte di arrangiarsi, di vivere in una sorta di comunione con la natura, per quanto possibile?
Sono domande che mi ero posta prima di iniziare a leggere Syntechè, e Carla Saltelli ha saputo rispondere ai miei quesiti, se non proprio in modo completo, diciamo esaustivo. L'autrice ha inserito un elemento importante per lo sviluppo della sua storia, e cioè la magia, senza la quale sarebbe stato forse impossibile giungere a un risultato soddisfacente. Il tipo di magia utilizzata da Carla Saltelli però non è quella a cui siamo abituati nei romanzi di genere Fantasy: niente incantesimi né formule magiche, qui si tratta di un tipo di magia più "naturale", legata all'istintualità e, se vogliamo, anche alla bestialità.
Come dicevo poco sopra, il Trattato regola i rapporti tra l'uomo e la Natura; all'uomo è fatto divieto di cacciare gli animali protetti, di abusare della tecnologia e di inquinare in alcun modo l'atmosfera, per contro la Natura assicura agli abitanti della Terra protezione e stabilità. La Natura è dunque descritta come un essere vivente e perfettamente cosciente, fisico, reale. Non che non lo sia anche nella nostra realtà, ma qui la Natura appare personificata in tutto e per tutto. Ho apprezzato molto questo aspetto, un escamotage utile ai fini della narrazione, utile e piuttosto convincente. 
Tuttavia c'è anche il rovescio della medaglia... se da una parte questo genere di magia e di rapporto tra l'uomo e la Natura mi ha affascinato, dall'altro ha suscitato altre domande in me, che non hanno trovato risposta. La mia curiosità non è stata del tutto soddisfatta da questo libro, che so essere il primo di una serie, ma credo fosse opportuno soffermarsi di più su alcune cose in questo primo romanzo.
A volte ho avuto come l'impressione che la magia fosse usata solo per risolvere alcuni problemi quasi insormontabili, come la cecità del protagonista, per esempio. E, a proposito di questo, credo di non aver capito molto bene le modalità della magia dei Rappresentanti nei confronti dei Tramiti. Parlando ancora della cecità di Yannis, era davvero difficile raccontare la storia in prima persona da parte di un protagonista cieco. La scelta dell'autrice è interessante, tuttavia trovo (secondo il mio modestissimo parere) che la storia avrebbe reso meglio raccontata da un punto di vista esterno al protagonista, per permettere al lettore di sentirsi meno confuso durante la lettura. E' anche vero, però, che Carla Saltelli sia riuscita bene a far immedesimare il lettore nella condizione di Yannis, ci si sente un po' ciechi durante la lettura e tutto appare con contorni un po' sfuocati. Anche questa è un'arma a doppio taglio, però.
Parlando dei personaggi, se devo essere sincera, non sono riuscita ad affezionarmi veramente a qualcuno, se non a Yannis e a Kuka, verso il finale. Mi sono ritrovata a condividere la rabbia, la frustrazione, l'impotenza e lo spirito di sopravvivenza del protagonista, ma non sono riuscita ad apprezzare altrettanto Psiche, il compagno di Yannis, né gli altri Rappresentanti. 
Ho apprezzato la volontà dell'autrice di inserire una coppia omosessuale all'interno del romanzo, e mi è piaciuto il fatto che abbia scelto un modo pacato di raccontare questo tipo di amore, tuttavia anche qui non sono riuscita a capire fino in fondo come sia nato questo sentimento, che mi è parso quasi fin troppo superficiale. 
Inoltre, non sono riuscita a comprendere la scelta e il motivo per cui il personaggio di Kuka sia rimasto nell'ombra per gran parte del romanzo, emergendo veramente solo nel finale e in modo quasi brusco. 
Per quanto riguarda la parte più tecnica del romanzo, posso dire che la scrittura di Carla Saltelli risulta un po' ingenua, con uno stile da limare ma che promette bene per il futuro. Si nota una certa evoluzione nello stile e nel linguaggio dell'autrice nel corso del romanzo, che giunge a una certa maturità verso la fine. Purtroppo ho trovato diversi errori all'interno del testo, alcuni di distrazione, altri di battitura, altri ancora invece no; è un peccato, perché il testo andava curato un po' meglio per essere perfettamente godibile.
Una nota negativa va alla grafica editoriale purtroppo, che non aiuta la scorrevolezza del testo; non ci sono pause, il font è troppo piccolo e non ci sono rientri agli inizi dei paragrafi, cosa che dà al lettore l'impressione di leggere un mattone, quando in realtà lo stile di Carla Saltelli sa appassionare, coinvolgere. Il romanzo si legge velocemente, ma anche l'occhio vuole la sua parte. 
Sono molto curiosa di leggere il seguito di questo primo volume, sperando che mi fornisca le risposte che non ho ancora ricevuto. Il secondo capitolo di questa saga forse mi schiarirà le idee su molte cose che non mi hanno pienamente soddisfatto, e spero anche di respirare più aria di natura, che qui ho visto poco.
"Syntechè - Il volo della falena" è un libro che affronta diverse tematiche, dall'inquinamento al rapporto travagliato uomo-natura, dall'amicizia all'odio, dalla fiducia al sospetto, dalla giustizia alla vendetta e al rancore immotivato. Sicuramente è una storia che sa emozionare e suscitare sentimenti contrastanti nel lettore, leggetelo se avete voglia di riflettere sul nostro ruolo di uomini su questa terra sempre più abbandonata e calpestata senza pietà. Leggetelo se volete una storia di fantasia, ma ancorata in qualche modo alla nostra realtà. A me non resta che fare tutti i miei auguri all'autrice nell'attesa del secondo volume, con la speranza che sappia convincermi più di quanto abbia fatto questo.

Che ne pensate? Lo leggerete?



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