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domenica 19 febbraio 2012

Il Calderone # 7: Triora, il paese delle streghe



Buona Domenica, miei cari lettori, e bentornati sul blog!
Il Calderone riapre il coperchio e io ne sono felicissima ^^ Come ho detto quelche post fa, il risultato del sondaggio è stato molto positivo, vi invito però a dirmi cosa dovrebbe cambiare secondo voi di questa rubrica, cosicchè possa soddisfarvi al meglio. Come ho già spiegato, ho deciso di cambiare il giorno di pubblicazione della rubrica e la sua cadenza, che non sarà più settimanale, non avrà cadenza fissa, ma verrà pubblicata possibilmente ogni terza domenica del mese.
Bene, siete pronti allora per vedere cosa bolle in pentola? Sì? E allora... apriamo il coperchio e lasciamoci avvolgere dagli odori e dai sapori di un'epoca lontana, perchè oggi Il Calderone vi porterà a fare un salto nel passato, in un piccolo paesino dell'entroterra ligure. Un paese magico e colmo di mistero dove la magia e la stregoneria sono all'ordine del giorno: Triora!

La storia di questo paese è molto antica: già nel Neolitico nella zona dove oggi sorge il borgo medioevale sono documentati degli insediamenti umani, dei quali ci rimangono alcuni resti. Venne sottomessa all'Impero Romano, poi passò sotto l'autorità dei Conti di Ventimiglia per divenire pochi anni dopo un feudo della repubblica genovese. In molti tentarono di conquistare e sottomettere il borgo, ma esso resistette tenacemente a ogni tentativo di conquista.
Il nome "Triora" deriva dal latino "tria ora" che letteralmente significa 'tre bocche', quelle del Cerbero rappresentato nello stemma del paese. Triora divenne famosa alla fine del Cinquecento, quando finì nell'occhio del ciclone a causa del processo alle streghe voluto dall'Inquisizione.
Ancora oggi l'eco di quei giorni rimbomba tra le mura della città, e anche il visitatore meno documentato, aggirandosi tra le viuzze strette e tortuose, ne subirebbe il terribile fascino. Ma cosa successe esattamente? Perchè ancora oggi questo borgo medievale continua a far parlare di sè?

Era la fine dell'estate del 1587; erano ormai due anni che la gente non aveva più di che sfamarsi. La carestia devastava il paese e la causa di questa piaga ormai insopportabile non potevano che essere le streghe, donne malefiche che si aggiravano per le vie della città a gettare incantesimi e a fare pozioni durante la notte. Come se non bastasse, alcuni affermavano che fossero anche infanticide.
Con queste accuse si aprì uno dei più atroci processi alle streghe d'Italia. In realtà  oggi si sa per certo che Triora non fu mai colpita da una carestia, visto e considerato che la città inviava parecchi viveri a Genova, tanto da essere nominata "granaio della repubblica".  L'ipotesi più probabile è quella che i nobili di Triora imposero tasse maggiori sugli alimenti agli abitanti del paese, che si trovarono così a morire di fame, e a fare da capro espiatorio al malcontento crescente erano le streghe, le donne più povere che abitavano fuori dalle mure dalla città.
Nell'ottobre del 1588 dunque il Parlamento locale, con il beneplacito del Consiglio degli Anziani, diede il via al processo e l'autorità ecclesiastica non tardò a intervenire. Vennero confiscate alcune abitazioni private per essere adibite a prigioni; venti donne furono incarcerate, si procedette alla tortura e le accuse estorte durante gli interrogatori portarono in carcere altre donne. La prima vittima dell'Inquisizione fu la sessantenne Isotta Stella, morta agonizzante dopo le torture, seguita da una seconda donna che cadde nel tentativo di calarsi giù da una delle finestre della sua prigione. Nel popolo cominciò a serpeggiare un certo malumore, poichè il tanto invocato intervento delle autorità iniziava a spaventare per la sua ferocia. Infatti, non furono solo le povere contadine ad essere incarcerate: tra le presunte streghe c'erano anche delle nobildonne. La situazione stava pian piano degenerando, e gli Anziani decisero di chiedere che il processo venisse sospeso poiché non garantiva più alcun tipo di giustizia. Nella loro lettera al Doge di Genova scrissero come la stessa Isotta morì sotto tortura, dopo aver confessato disperatamente di essere una strega. I suoi torturatori sostenevano che la donna, aiutata dalle sue arti magiche, sopportava il supplizio arrivando addirittura ad addormentarsi. 
In seguito alle lamentele, gli inquisitori partirono da Triora, ma lasciarono le accusate in carcere. Il governo genovese si accorse che quelle donne rischiavano di rimanere in prigione per molto tempo, lasciando la questione in sospeso. Nei primi giorni di maggio giunse a Triora l’Inquisitore Capo per visitare le donne in carcere e accertarsi della situazione. Tutte, eccetto una, negarono quanto avevano ammesso prima. Rimasero tutte in carcere, eccetto una ragazzina di 13 anni che venne lasciata libera. Il processo si protrasse per altri mesi, finchè giunse a Triora un commissario speciale, Scrivani, inviato da Genova. Il commissario intendeva sradicare il morbo malefico insediatosi in paese e che sembrava coinvolgere gran parte dei suoi abitanti; inviò così tredici donne e un uomo nel carcere di Genova, accusati di stregoneria. Aprì nuovi casi intorno alla zona di Triora, mandando al rogo donne innocenti, dopo averle sottoposte a tremende torture.  
Lo Scribani dunque disilluse le aspettative generali, portando nel paese una nuova ventata di terrore. Le accuse che egli mossee alle donne furono sempre sostanzialmente tre: reato contro Dio, commercio con il demonio, omicidio di donne e bambini. Venuto a conoscenza dell'operato dello Scrivani, il Doge di Genova gli raccomandò di occuparsi solo della giustizia, tralasciando le accuse che erano di materia dell'Inquisizione. Gli raccomandò inoltre moderazione nell'agire. Allo Scribani non rimase che rifare i processi, arrivando alla condanna a morte di quattro streghe nei dintorni di Triora. Avvenne così il trasporto a Genova delle cinque accusate, che partirono dal borgo nell'ottobre del 1588. Viaggiarono per mare e una volta arrivate a Genova vennero messe nelle carceri. Queste si andarono ad aggiungere alle prime tredici già incarcerate e lì trasportate. Delle prime tredici non si conosce la sorte e c'è la possibilità che alcune fossero state rimandate già a Triora  perchè ritenute innocenti.
Nell'aprile 1589 si inccominciò a intravedere la luce: alcuni cardinali fecero giungere l'ordine di chiusura dei processi e in poco tempo l'Inquisizione si ritirò.

Ma che fine fecero le donne ancora incarcerate? Vennero lasciate libere o rimasero in prigione fino alla fine dei loro giorni? Nessuno lo sa, perchè da quel momento in poi mancano documenti ufficiali che possano fare luce sulla loro sorte. Alcuni sostengono che furono lasciate libere e la prova di questa affermazione sarebbe leggibile nei registri parrocchiali di un paese non lontano da Triora, dove, dal 1600 in poi, compare il cognome Bazoro o Bazura, che richiama inequivocabilmente la parola "bagiùa", espressione dialettale con cui venivano chiamate le streghe a Triora.
Queste donne altro non erano che abili levatrici, esperte conoscitrici delle erbe e delle tecniche di guarigione e per queste loro inaccettabili conoscenze vennero crudelmente accusate di stregoneria e di stringere patti con il diavolo. Si narra che erano solite riunirsi al calar delle tenebre nella Cabotina, fuori dalle mura dell'abitato e al limitare di una foresta a strapiombo, un luogo arcano e pericoloso, nel quale compivano i loro malefici.
Ma visto che ci sarebbe ancora tanto da dire, cosa ne dite se per non annoiarvi e non rivelarvi troppo vi do appuntamento al prossimo mese per parlare dei luoghi in cui le streghe di Triora si riunivano? Sono gli stessi luoghi che ancora oggi la gente frequenta e visita, sentendo aleggiare nell'aria l'eco di quei giorni ormai lontani e ascoltando i sussurri del vento, che trasporta ancora l'antica storia di quelle donne e di questo borgo magico e misterioso.

4 commenti:

  1. Interessantissimo questo post!Ne avevo già sentito parlare di questo paese, sarebbe bello poterlo visitare.
    Purtroppo all'epoca ciò che era sconosciuto era visto come cosa negativa.
    A presto...Sibilla

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  2. Sono mooolto contenta che tu abbia apprezzato questo post, spero che siano interessanti anche le prossime puntate! Sì, purtroppo le donne non hanno mai avuto vita facile, meno che mai in quei tempi bui... viene la pelle d'oca a pensare a cosa dovevano sopportare quelle povere innocenti.

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  3. Meraviglioso... Davvero un bellissimo post! Interessante e magico... Mi sono sentita calata nel XVI secolo, tra le case di Triora e ho respirato l'aria antica e pericolosa dell'epoca dell'inquisizione. Una storia terribile che però lascia al paesino un'aura di mistero che mi affascina terribilmente. Spero proprio di poterla visitare presto!!!
    Avevo già letto il post, ma poi non ero riuscita a commentare e oggi per farlo l'ho riletto... Davvero ben fatto! Non vedo l'ora di leggere il prossimo post!!

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  4. Sono contenta ti sia piaciuto! Questa domenica pubblicherò la seconda parte ^^ Grazie per i complimenti!

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