Bentornati nella mia Foresta Incantata!
Finalmente torno con una nuova intervista, che vi avevo promesso già la scorsa settimana. Ospite sotto le fronde del mio bosco questa volta è la carissima Marina Pratelli, che ha pubblicato da poco il suo ultimo libro, "Inattesa sul mare", che vi ho recensito sul blog (per leggere il post, clicca qui).
Non voglio farvi attendere oltre, quindi...
Ciao Marina! Presentati ai lettori del blog.
Ciao Mirial, ciao a tutti gli amici del tuo bellissimo blog. Mi chiamo Marina, ma questo lo sapete già... Sono nata a Milano, in un periodo particolare in cui si gridava "l'immaginazione al potere" e si sognava di cambiare il mondo. Poi si è visto come è andata a finire, ma qualche briciola di quelle illusioni mi è rimasta evidentemente appiccicata addosso, perché continuo a sperarci e a combattere, nell'unico modo che conosco, cioè scrivendo, ma anche come attivista per i diritti umani, l'ambiente e gli animali, sia in rete che "fisicamente". Vivo da molti anni a Ventimiglia, una piccola città al confine con la Francia che a poco a poco ha sostituito nel mio cuore la mia metropoli, regalandomi la serenità di una vita tranquilla (a volte troppo, ma non si può avere tutto, dicono...) e soprattutto il mare, che ho sempre amato tanto. Ora non potrei più tornare indietro, anche se il mondo dell'editoria qui è troppo lontano, in tutti i sensi, e per chi vuole scrivere le difficoltà, sempre presenti in questo settore, aumentano vertiginosamente. Ma a volte le buone opportunità capitano, ed eccomi qui =)
Da quanto tempo scrivi e come è iniziata questa tua passione?
Mio padre era scrittore e giornalista. Ho respirato fantasia e inchiostro dalla nascita, lo vedevo scrivere, mi piaceva quando mi leggeva qualcosa o quando mi faceva addormentare raccontandomi favole che inventava per me, anche reinterpretando i grandi classici, come "Via col Vento", "Guerra e Pace", "Cime tempestose" e tanti altri, e facendoli "recitare" a bambole e orsacchiotti =) È così che ho iniziato ad amare le storie e il gusto di raccontarle, devo a lui questa grande passione. A diciotto anni ho pubblicato il mio primo racconto su un periodico femminile, e da quel momento non ho più smesso di occuparmi delle parole, che fossero articoli, novelle, inchieste, critiche musicali, poesie o servizi in radio e tv. Ho anche fatto l'editor per la Mondadori Harlequin... Ebbene si, lo confesso, sarà per questo che ora detesto le storie troppo sdolcinate?
Per anni ho lavorato a Radio Montecarlo, curando l'informazione, e lì ho imparato a limitarmi, a sintetizzare i concetti in poche righe, a sfrondare senza pietà! Molto utile se si vuole raccontare qualcosa senza seppellire gli eventuali lettori con montagne di pagine =)
Per essere scrittori bisogna essere prima di tutto buoni lettori: i tuoi generi preferiti e i libri più belli che tu abbia letto.
Uh, questa è una domanda da dieci milioni di dollari! Nella mia vita ho letto un'infinità di libri, pensa che ho iniziato a leggere che non andavo ancora a scuola e ne son passati di anni =)
Ho letto davvero di tutto, dai romanzi ai saggi, ai testi di psicologia, politica e religione... Sono sempre stata curiosa e la curiosità penso sia la spinta primaria alla lettura. Ho un brutto difetto però: i libri li divoro con tanta voracità se mi piacciono, e uno dopo l'altro, da fare poi confusione nei ricordi. Se non mi piacciono invece, li abbandono subito, dalle prime pagine. A volte capita, ad esempio mi è successo con Kundera e con certi classici russi. Tra i miei preferiti c'è "Il piccolo principe", letto e riletto sempre con gioia e commozione, una certa produzione noir d'autore, come quelli di De Cataldo ("Romanzo criminale" ad esempio), il primo Andrea De Carlo (conosciuto a una presentazione a Bordighera, un affascinante affabulatore :-)) qualche titolo di Lucarelli, Stefano Benni, che trovo geniale. Tra gli scrittori stranieri, ho letto recentemente, amandolo, Johnathan Safran Foer e i suoi bellissimi "Molto forte, incredibilmente vicino" e "Ogni cosa è illuminata", che hanno il pregio di trattare argomenti serie forti con un'incredibile ironia e leggerezza. Sicuramente tra qualche minuto mi verranno in mente decide di altri titoli e autori... chiedo umilmente perdono =)
Tu sei di Milano: cosa ti ha spinto a trasferirti a Ventimiglia? Dal tuo romanzo sappiamo che è una città di confine in cui si mescolano diverse realtà... quindi quale ragione ti ha spinto a vivere qui e quale rapporto hai con questa città ricca di storia e di cultura? Cosa ti ha spinto a scrivere una storia ambientata tra le sue vie?
In Liguria venivo in vacanza fin da piccola, molti dei miei ricordi più belli sono legati a questi luoghi. Un giorno, nel lontano 1987, mi si è presentata l'opportunità di un lavoro che avevo sempre sognato, dopo tanta "gavetta": la responsabilità del notiziario di radio Montecarlo. Naturalmente era un impegno che prevedeva il trasferimento, e io non ho esitato, essendo un posto che già conoscevo e gradivo. Il lavoro è finito dopo sette anni, ma la mia vita è proseguita qui, e non me ne sono (quasi) mai pentita :-)
Ventimiglia è una cittadina particolare, la scopri e impari ad apprezzarla goccia a goccia, come una bevanda mai assaggiata, che al primo sorso lascia perplessi. Ho i miei posti preferiti, quelli che chiamo i miei luoghi sacri, in cui mi confondo con la Natura, la Terra, il Mare, le pietre antiche del centro storico, la foce del Roja. Ecco, il romanzo è stato un omaggio ai luoghi che mi hanno accolta e fatta stare bene, una forma di ringraziamento che mi bruciava dentro da tanto, e finalmente, per me, è uscito.
Per i due protagonisti della tua storia ti sei ispirata a qualcuno di reale? In cosa ti somigliano?
Francesco e Miro sono un misto di fantasia e realtà, una specie di collage di immagini, idee e comportamenti che ho colto qua e là, anche tra i miei ricordi di famiglia. Francesco era il nome di mio nonno, ad esempio, anche lui uomo del Sud, e i tratti sono simili a quelli di una persona che conosco. Miro, o almeno la sua storia, sono ispirati da un amico croato, Milan, che non c'è più da qualche mese. Anche lui era fuggito dalla guerra, negli anni Novanta, e forse nascondeva un segreto doloroso. Quanto alle sue caratteristiche fisiche, beh, ho descritto semplicemente l'uomo dei miei sogni =) Francesco mi somiglia per certi furori improvvisi, per certe impazienze, Miro sono io per molti aspetti, dall'amore per gli animali a quello per la musica e la poesia, e per una certa pigra indolenza un po' fatalista che a volte mi caratterizza. Ma credo che chiunque scriva dissemini briciole di se stesso nei suoi personaggi =)
Nel tuo romanzo ricorre una data, il 23 agosto, che diviene quasi il perno della storia attorno al quale ruotano le vicende narrate. Tu dai importanza alle date e alle ricorrenze?
Il 23 agosto è frutto del caso. Io credo molto nelle fatalità, negli intrecci che si diverte a regalarci il destino. L'ho sempre immaginato come un burattinaio che muove i nostri fili, a volte con un sorriso, altre con un ghigno maligno, e noi possiamo sottrarci al suo influsso solo con grande determinazione. Ma è un discorso lungo e complesso, su cui sto ancora lavorando, in verità =) tanto che il mio primo libro, uscito nel 2010, l'ho chiamato per scaramanzia "Il destino che non c'è"... Comunque, nel romanzo, cercavo una data che riassumesse alcune caratteristiche, come l'estate, un determinato periodo della guerra in Bosnia e un avento storico. Il 23 agosto del 1927, negli Stati Uniti furono giustiziati, innocenti, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, colpevoli solo di essere immigrati italiani, e anarchici. Un concetto che si adattava alla perfezione a quello che volevo esprimere nel libro, ovvero il rifiuto di ogni pregiudizio. Per rispondere finalmente alla tua domanda... Sì, per me le date sono importanti, le ricorrenze ancora di più. D'altronde, il writer geniale di cui ho riportato la frase in copertina ha racchiuso tutto in poche parole. "A che serve passare dei giorni, se non si ricordano?"
So che ami molto gli animali... ne hai di tuoi a casa o randagi? Presentaceli =)
Gli animali sono i miei grandi amori, ancora più grandi dello scrivere, perché sanno regalare molto di più, chiedendoti in cambio molto di meno. Per me sono tutti di pari dignità e ugualmente degni di rispetto, tanto che sono tendenzialmente vegetariana, e per qualche anno sono riuscita ad esserlo del tutto. Poi ho dovuto sospendere, ma non dispero di riuscire a mettere ancora insieme il cuore e il corpo.
Ammetto di avere un occhio di riguardo per i gatti ^^ :-) Due abitano con me, Lulù, la mia prima micia, tigrata a pelo lungo, simile a una linciotta, ora anziana purtroppo, ma ancora in... zampa! E Easy, in origine Isidoro per la fame da lupetto, rosso dorato e bonaccione. Lei era stata abbandonata in un giardino, lui figlio di randagi. Poi, nell'ufficio di mio marito, vive Melò, così chiamato per il suo melodrammatico salvataggio dal tetto di un ristorante, dove l'aveva mollato la mamma, la decana dei randagi della Marina. Un cucciolo bellissimo col pelo lungo bianco e nero che mi guardava fisso, ogni volta che passavo, finchè non mi sono arrampicata per recuperarlo, precipitando dal tetto :-) un vero gatto di marmo (io, eh?). Ora ha quasi 10 anni e fa una vita splendida, amato e protetto, ma libero. Eh, ne ho curati tanti nel quartiere, e tanti ne ho perduti, con grande sofferenza. E' vero, non si possono salvare tutti, ma fa male lo stesso.
L'editoria: quali consigli vuoi lasciare a tutti gli scrittori che attendono ancora il loro esordio?
Purtroppo non esistono ricette magiche, puoi essere bravissimo e non avere mai l'occasione giusta, o il contrario ( e di esempi, per questi ultimi, ne abbiamo tanti, vero?). Conta molto la fortuna, per riuscire a pubblicare, a meno che non si cada nella trappola degli editori a pagamento. Ecco, questo mi sento di consigliarlo: se credete in quello che fate, che scrivete in questo caso, mai e dico mai fatevi tentare da quella scorciatoia, la più antipatica e secondo me frustrante, oltre che onerosa. Non vi scoraggiate, partecipate a concorsi seri, mandate il vostro lavoro ovunque, sottoponetelo a riscontri presso persone fidate e che se ne intendono, accettate i consigli con umiltà.Da tutti si può imparare qualcosa. Curate l'italiano, anche se può sembrare scontato. È una lingua bellissima e ricca, non impoveriamola utilizzando sempre gli stessi termini. E poi, ricercate la semplicità anche se sembra un controsenso. Vale la regola del togliere, non quella dell'aggiungere, la storia ne guadagnerà in scorrevolezza. Tutto questo, ovviamente, lo suggerisco con il capo cosparso di cenere e la consapevolezza di avere milioni di kilometri da fare ancora prima di considerarmi una scrittrice:-) e con la triste consapevolezza che non potrebbe esserci un momento più difficile per tentare l'impresa. Ma nessuno viene a casa a pregarti di concedergli l'onore di pubblicare il tuo manoscritto, quindi bisogna stringere i denti e non arrendersi alla prima delusione.
Hai altri progetti letterari in corso?
Certo! Un progetto ancora precedente a "Inattesa sul mare", infatti è più misterioso e "magico", come il primo. Sempre ambientato da queste parti, protagonista una donna, questa volta, e, naturalmente, un gatto!
Poi ho un po' di racconti da ultimare, qualche favola... Ma tutto dopo l'estate, ora mi godo il mare =)
Grazie infinite a te, Mirial, per avermi accolta in questo magico mondo, e avermi dedicato tempo e gentilezza. Grazie a coloro che, passando tra i tuoi alberi, si sono soffermati pazientemente. Continuerò a seguire le tue tracce con piacere, in attesa di leggere il tuo libro =)
Ciao Mirial, bellissima intervista davvero!Marina sembra davvero una bellissima persona come hai detto tu!!! complimenti ad entrambe!
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