Benvenuti al terzo appuntamento con la rubrica settimanale Teaser Tuesday!
Come sempre, riepilogo gli ingredienti di questa rubrica, per chi non li conoscesse e per chi volesse riproporla sul proprio blog:
- il libro che stai leggendo
- una pagina aperta a caso
- copiane un pezzo evitando accuratamente gli spoiler
- rivelare l'autore e il titolo del libro
Molto bene, adesso siamo pronti per cominciare. Dato che i miei diversi impegni mi hanno impedito di portare a termine "Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello", per evitare di tediarvi e di riportare per la terza settimana consecutiva un estratto del testo, ho deciso di proporvi un libro che ho letto in passato, uno dei miei preferiti, e cioè "Intervista col Vampiro" di Anne Rice.
Prima di iniziare devo farvi una piccola premessa: la storia è narrata in prima persona dal vampiro Louis, che si lascia intervistare da un giovane giornalista e gli racconta la sua storia. Per distinguere i dialoghi fra i personaggi del racconto di Louis e quelli che il vampiro tiene invece nel presente con il giornalista, i dialoghi del flashback li porrò fra due trattini, mentre quelli del presente tra virgolette:
Due bicchieri stavano sul vassoio d'argento. Sapevo che Lestat ne avrebbe riempito uno e si sarebbe seduto a contemplare il tenue color paglierino. E io, come in trance, giacevo sul sofà pensando che non m'importava nulla di quel che Lestat poteva fare. Devo abbandonarlo o morire, pensavo. Sì, morire. Volevo morire prima e lo volevo anche adesso. Lo vedevo con una chiarezza così dolce, una calma così assoluta!
- Tu sei malato! - sboffò Lestat improvvisamente. - E' quasi l'alba - . Scostò le tende di pizzo e io vidi le cime dei tetti sotto il cielo azzurro cupo, e sopra la costellazione di Orione. - Va' a uccidere! - mi intimò Lestat sollevando il bicchiere. Scavalcò il davanzale e udii i suoi piedi atterrare dolcemente sul tetto accanto all'albergo. Stava andando a prendere le bare, o perlomeno una. La sete cresceva in me come febbre e lo seguii. Il mio desiderio di morire era costante, come un puro pensiero della mente, svuotato d'emozione. Eppure avevo bisogno di nutrirmi. Come t'ho detto, allora non uccidevo le persone. Camminai per i tetti in cerca di topi.
"Ma perchè... ha detto che Lestat non avrebbe dovuto farla cominciare con le persone. Vuol dire... che per lei era una scelta estetica, non morale?"
"Me l'avessi chiesto allora, t'avrei detto che era esteticaa, che desideravo comprendere la morte per stadi successivi. Che la morte d'un animale mi procurava un tale piacere e una tale esperienza che avevo appena cominciato a capirla e desideravo serbare l'esperienza della morte umana per una comprensione più matura. Ma era morale, perchè tutte le decisioni estetiche sono morali, in realtà."
"Non capisco" disse il ragazzo. "Pensavo che le decisioni estetiche potessero essere completamente immorali. Come la mettiamo col clichè dell'artista che abbandona moglie e figli per poter dipingere? O con Nerone che suona l'arpa mentre Roma brucia?"
"Entrambe sono decisioni morali, al servizio d'un bene superiore, nella mente dell'artista. Il conflitto è tra la morale dell'artista e la morale della società, non tra l'estetica e la morale. Ma spesso non lo si comprende; è questa la rovina, la tragedia. Un artista che ruba dei colori in un negozio, per esempio, crede di aver preso una decisione inevitabile ma immorale, e si vede come decaduto dalla grazia; ne segue disperazione e meschina irresponsabilità., come se la moralità fosse un grande mondo di vetro che con una sola azione si può frantumare irrimediabilmente. Ma allora la questione non mi preoccupava granchè: allora ignoravo queste cose. Credevo di uccidere gli animali soltanto per ragioni estetiche e cercavo di eludere il grande interrogativo morale: se io, per la mia stessa natura, fossi o non fossi dannato. Perchè vedi, anche se Lestat non mi aveva mai detto niente sui diavoli o sull'inferno, io credevo d'essermi dannato quando ero passato dalla sua parte, come deve aver pensato Giuda quando si mise il cappio al collo. Capisci?"
Il ragazzo non disse nulla. Fece per parlare, ma si fermò. Per un istante chiazze di colore divamparono sulle sue guance.
"E lo era?" sussurrò.
Il vampiro restò immobile, sorridendo: un tenue sorriso che giocava sulle sue labbra come la luce. Il ragazzo lo stava fissando come se lo vedesse per la prima volta.
"Forse..." rispose il vampiro raddrizzandosi e accavallando le gambe. "...dovremmo affrontare le cose una alla volta. Forse dovrei continuare con la mia storia."
(pag.80)
paura :o
RispondiEliminaIncantevole, meraviglioso, unico. E' e resterà la mia autrice preferita in eterno! Grazie per questo bellissimo teaser <3
RispondiEliminaFigurati! =) Piace molto anche a me la Rice, alla Meyer le fa un baffo!
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